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Comunità Europea, top trader dei prodotti dell’agri-food

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Nel 2017 il valore degli scambi commerciali europei di prodotti agroalimentari ha raggiunto i 255 miliardi di euro, facendo conquistare all’Unione Europea il primato di maggiore esportatore e importatore mondiale di questi beni. Lo evidenzia il rapporto: “Agri-food trade in 2017: another record year for EU agri-food trade” pubblicato il 7 giugno dalla Commissione Europea, secondo cui le esportazioni di prodotti agroalimentari hanno raggiunto quota 138 miliardi di euro, registrando un aumento del 5,1% rispetto al 2016, mentre le importazioni hanno toccato la soglia di 117 miliardi di euro.

La Commissione Europea sottolinea che nel 2017 il valore dell’intera produzione del settore agricolo europeo è pari a 427 miliardi di euro. Il comparto della trasformazione alimentare impiega il 7,5% dei lavoratori e totalizza il 3,7% del valore aggiunto totale europeo. Il numero delle esportazioni è in costante aumento e l’export rappresenta un importante motore per l’occupazione e la crescita del settore agroalimentare dell’Unione. “Il successo del commercio agricolo è chiaramente legato alle riforme della PAC che consentono ai produttori europei di essere competitivi sui mercati internazionali – afferma Phil Hogan, Commissario per l’Agricoltura e lo sviluppo rurale -. La nostra ambiziosa agenda commerciale, che include i recenti successi ottenuti nei negoziati con il Canada, il Giappone e il Messico, consente agli agricoltori e ai produttori di alimenti dell’Unione Europea di sfruttare appieno le opportunità offerte dai mercati internazionali, pur riconoscendo la necessità di fornire sufficienti garanzie ai settori più vulnerabili”.

La relazione evidenzia che tra le principali categorie dei prodotti esportati, il grano ha registrato il cambiamento più significativo, passando dal 5° all’11° posto nel valore delle esportazioni. Il calo del 27,5%, pari a 1,5 miliardi di euro, è stato attribuito alla minore produzione europea e all’ampia offerta sul mercato mondiale. “Un prezzo unitario leggermente superiore non può controbilanciare il forte calo dei volumi – scrivono gli autori del rapporto -. In altri casi, come in quello della carne suina e, in una certa misura, dei cereali diversi dal grano e dal riso, le perdite di valore sono state limitate dal fatto che il calo dei volumi esportati è stato compensato da prezzi unitari più elevati”.

Secondo l’indagine le esportazioni dei prodotti agroalimentari europei sono aumentate verso tutti i cinque principali partner: Stati Uniti, Cina, Svizzera, Russia e Giappone. Per quanto riguarda le importazioni, negli ultimi anni l’Unione Europea ha effettuato delle modifiche rispetto al passato, riducendo la quota dei beni acquistati dai due principali fornitori, Brasile e Stati Uniti, a favore di altri venditori internazionali. Rispetto al 2016 sono aumentati gli acquisti di olio di palma, che è diventato il quarto prodotto più importato, superando la frutta fresca e quella secca. Sono invece diminuite le importazioni della soia: il valore degli acquisti del legume sono passati dal 5% del 2016 al 4% nel 2017, mentre quello dei panelli è passato dal 7% al 6%.

 

Foto: Pixabay

redazione