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Latte, diminuiscono i prezzi per gli allevatori

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Quotazioni in calo per il latte italiano in un mercato lattiero-caseario sotto tensione. A marzo il prezzo medio percepito dagli allevatori italiani è sceso infatti di 3 euro rispetto alla fine dello scorso anno. A riferirlo è l’Ismea, l’Istituto di Servizi per il mercato agricolo alimentare.   

Il 2017 aveva fatto registrare una risalita del prezzo medio rispetto ai due anni precedenti, raggiungendo quota 39 euro/100 litri, in aumento del 16% rispetto al 2016 e del 9% rispetto al 2015. Ma nei primi mesi del 2018 il prezzo è arretrato nuovamente a 36,20 euro/100 litri. Determinante è stato il livello della disponibilità di latte, con le consegne in aumento del 3,7% nel 2017 e del 4,4% del primo bimestre del 2018.  

La tendenza al ribasso era stata anticipata dalle quotazioni del latte spot crollate a 30 euro/100 litri nel mese di marzo come ha rilevato la Camera di Commercio di Lodi.  

Meno ricavi, dunque, per gli allevatori. La loro redditività è erosa anche sul fronte dei costi di produzione. Dopo un anno di sostanziale stabilità, secondo l’indice Ismea dei prezzi dei mezzi correnti per l’allevamento del bovino da latte, c’è stato un importante aumento nel primo trimestre del 2018: +9,8% rispetto allo stesso periodo del 2017 per via di un forte rialzo dei prezzi dei mangimi (+14% sempre su base tendenziale). Le dinamiche del mercato internazionale si sono ripercosse sulle farine proteiche.

Burro e formaggi

L’indice Ismea dei prezzi all’origine (base 2010) è rivelatore di un mercato nazionale in fibrillazione. Il 2017 si è chiuso con un incremento del 13,3% rispetto al 2016, anche grazie a una straordinaria ascesa del burro e dei formaggi duri, sebbene più modesta (rispettivamente +60,6% e +5,5%). Nel primo trimestre 2018 la  contrazione dei prezzi alla stalla e la contemporanea immobilità del mercato dei formaggi duri hanno mantenuto stabile l’indicatore (+0,4% rispetto a gennaio-marzo 2017). 

Per questi l’andamento dei principali prodotti è contrastante. Nei primi tre mesi del 2018 si è infatti allargata la forbice tra i prezzi dei due formaggi grana a denominazione (3,82 euro/kg considerando la  stagionatura minima per entrambi). L’incremento medio delle quotazioni del Parmigiano Reggiano tra il 2017 e il 2016 ha superato il 14% e il trend è proseguito anche nella prima parte del 2018 raggiungendo a marzo il livello più alto degli ultimi cinque anni (9,92€/kg in media per il  prodotto con stagionatura inferiore). Per il Grana Padano i prezzi hanno continuato ininterrottamente a calare, fino a segnare una variazione negativa cumulata di 14 punti nel primo trimestre 2018.  

Per il burro, dopo il boom del 2017, con il raddoppio dei prezzi, nel primo trimestre del 2018 è stato registrato un calo del 12% nonostante una leggera rispesa a marzo.

 

Foto: Pixabay

redazione