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Consistenze e macellazioni di bovini e suini nell’Unione Europea negli anni 2016-2017

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I dati Eurostat sulle consistenze annuali di bovini (inclusi i bufalini) certificano per il 2016 un patrimonio comunitario di 89,2 milioni di capi. Di tale patrimonio, i 3/4 risultano allevati in 7 Paesi per 66,5 milioni di capi ed addirittura il 46,3% solo in Francia, Germania e Regno Unito, rispettivamente per 19,0, 12,5 e 9,8 milioni di capi., seguiti da Irlanda, Spagna, Polonia ed Italia con 6-7 milioni di capi per un totale di 18,9 milioni di bovini. Tra questi ultimi l’Italia, con 6,3 milioni di capi, si situa al penultimo posto, preceduta di poco dalla Spagna (appena 3 mila capi) e superando la Polonia di 345 mila capi… Rispetto al 2015, i tre citati Paesi maggiori allevatori registrano decrementi pari rispettivamente al 2.1% (Francia), 1,3% (Germania) e 0,1% (Regno Unito), mentre tutti i rimanenti 4 Paesi mostrano incrementi oscillanti tra +3,6% in Polonia e +2,2% in Spagna, passando per il +2,6% in Italia. Eurostat, comunque, ha diffuso recentemente anche i dati riferiti a giugno 2017 (indagine semestrale), obbligatori soltanto per i 14 Stati membri con patrimoni bovini superiori a 1,5 milioni di capi. Tali statistiche presentano consistenze generalmente superiori rispetto a quelle di fine 2016, molto verosimilmente dovute a minori macellazioni e esportazioni di bovini vivi nella prima meta dell’anno. Ciò premesso, a giugno 2017 il patrimonio bovino risulta ammontare complessivamente a 83,3 milioni di capi, registrando così una lieve diminuzione rispetto al pari semestre 2016 (-0,2%), di cui 68,0 milioni (81,6%) concentrati nei tradizionali 7 Paesi maggiori allevatori, nell’ambito dei quali si evidenziano incrementi rispetto al consuntivo di fine 2016 per la quasi totalità dei Paesi, ad eccezione di Germania (-0,8%) e Italia (-3,1%).

Per quanto riguarda i suini, dall’indagine di dicembre 2016 il patrimonio comunitario risulta ammontare a 147,2 milioni di capi (-1,0% rispetto al 2015). Di essi 113,1 milioni (76,9%) sono risultati essere concentrato in soli 7 Paesi, ed in particolare il 55,5% in Spagna con 29,2 milioni di capi (19,9%), Germania (27,4% di capi, pari al 18,6%), Francia (12,8 milioni, pari all’8,7% del patrimonio comunitario), Danimarca (12,3 milioni, pari all’8,3%). Al settimo ed ultimo posto del gruppo dei maggiori allevatori si situa l’Italia con 8,5 milioni di capi (5,8%). A livello nazionale, tuttavia, il patrimonio suino ha registrato decrementi in 19 Paesi, oscillanti tra -15,3% in Grecia e -1,0% in Germania, largamente attenuati dagli aumenti registrati nei rimanenti 9 Paesi (Lettonia, Svezia, Regno Unito, Bulgaria, Spagna, Polonia, Cipro e Lussemburgo) oscillanti tra +0,7 in Lettonia e +7,9% in Lussemburgo, con incrementi in Spagna (+3,0%) e Polonia (+4,9%).

Secondo i dati dell’indagine infrannuale di giugno 2017, riferiti soltanto ai Paesi con patrimoni suini nazionali di oltre 3 milioni di capi (Spagna, Germania, Francia, Danimarca, Paesi Bassi, Polonia, Italia, Belgio, Regno Unito e Romania) il patrimonio comunitario scende a 129,3 milioni di capi, registrando incrementi dell’1,1% rispetto al corrispondente semestre 2015 e dello 0.6% nei confronti di fine 2016. Oltre l’81% di tale patrimonio complessivo risulta concentrato in soli 7 Paesi con oltre 11 milioni di capi ciascuno, ed in particolare il 53,1% in Spagna (28,7 milioni di capi, pari a +4,1% rispetto al pari semestre 2016 e -1,9% rispetto al 2 semestre 2016) ed in Germania (27,2 milioni di capi e rispettivamente +0,1% e -0,7%). Da evidenziare che l’Italia con 8,8 milioni di capi si colloca all’8° posto, sopra Belgio (6,6 milioni), Regno Unito (5,0 milioni) e Romania (4,5 milioni di capi).

I dati Eurostat annuali riferiti alle macellazioni indicano che nel 2016 a livello comunitario sarebbero stati macellati circa 26,6 milioni di bovini per una quantità di carni/peso morto complessivamente pari a 7,8 milioni di tonnellate, registrando, pertanto, incrementi rispettivamente pari al +3,3% e 2,8% rispetto al 2015. In termini di capi macellati, l’82,5% (21,9 milioni, pari al +3,5%) del totale comunitario risulta concentrato in 8 Paesi con una resa assoluta di circa 6,5 milioni di tonnellate di carne (83,0% dell’Eur 28, pari al +2,9%). Da evidenziare che in tali Paesi si registrano incrementi, in termini di capi macellati e di quantità di carni ottenute, oscillanti per i primi tra +0,2% (Francia) e +7,1% (Paesi Bassi), con l’Italia al 3° posto (2,8 mioni di capi, pari al +4,9%), dopo Germania (2° posto, con 3,6 milioni di bovini macellati, pari al +2,5%) e Francia, che con 4,7 milioni di macellazioni (+0,2%) conserva il titolo assoluto di maggiore produttore di carni bovine nella UE 28. Nel 1 semestre 2017 con 3,8 milioni di tonnellate di carni/peso morto si evidenzia una situazione pressoché invariata, Infatti, rispetto al corrispondente semestre 2016, 11 Paesi risultano aver aumentato la produzione di carni, con incrementi relativi oscillanti tra +16,5% della Grecia e +1,0% della Svezia.

Sempre nel 2016, nella UE risultano macellati oltre 258 milioni di suini (+1,3% rispetto al 2015). Di essi 221,7 milioni risultano macellati in 9 Paesi (85,8%, compresa l’Italia), di cui 154 milioni (59,6%) in soli 4 paesi (Germania, Spagna, Francia e Polonia) ed in particolare il 42,0% in Germania (59,4 milioni di suini, pari al 23,0% del totale comunitario) e Spagna (49,1 milioni di capi, pari al 19,0%). L’Italia con 11,8 milioni di suini (4,6%) si situa al 7° posto nell’ambito dei maggiori produttori di carni suine. Le macellazioni hanno reso in complesso 23.6 milioni di tonnellate di carni/peso morto (+1,9%), di cui 20,5 milioni (86,9%) prodotte dai 9 Paesi maggiori allevatori, ed addirittura il 41,4% solo in Germania (5,6 milioni di tonnellate, pari al +0,3% rispetto al 2015) e Spagna (4,2 milioni, pari al +8,5%) . I rimanenti 5 Paesi componenti il citato gruppo, mostrano produzioni di carni oscillanti tra 2,0 milioni di tonnellate (Polonia) e 1,1 milioni (Belgio), all’interno dei quali l’Italia contribuisce con 1,5 milioni di tonnellate (6,6% del totale comunitario e +3,9%). Tenendo sempre conto che i dati delle macellazioni sono mensili, nell’Unione Europea nei primi sei mesi 2017 risultano macellati 126,0 milioni di suini, in calo del 2,4% rispetto al pari semestre 2016. L’86,1% di essi risulta sempre concentrato nei tradizionali 9 paesi maggiori allevatori, con all’interno di essi Germania e Spagna che continuano a detenere rispettivamente il 1° e 2° posto con 28,6 e 24,9 milioni di capi macellati (rispettivamente -2,4% e -0,2% rispetto al pari periodo 2016). A tutto giugno 2017 le macellazioni suinicole hanno reso in complesso 10,1 milioni di tonnellate (-2,1%), con cali in Germania e Spagna pari rispettivamente al 2.2% e 0,5%.

 

Foto: Pixabay

Bruno Massoli