Nel mese di gennaio 2018 il prezzo della soia statunitense dovrebbe restare contenuto, nonostante la riduzione delle scorte del legume. Lo evidenzia un rapporto del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti (Usda) illustrato dal sito Successful Farming, secondo cui lo stallo delle quotazioni sarebbe dovuto al calo delle esportazioni dei semi di soia prodotti negli Usa.
Secondo il rapporto, nel primo mese del 2018 i contratti sono stati chiusi a 9,51¾ dollari, ossia 44¾ centesimi in meno rispetto alla cifra registrata nel mese di gennaio 2017. L’Usda prevede che nell’anno in corso il numero delle scorte finali dovrebbe attestarsi a 445 milioni di bushel, e che quelle da utilizzare saranno il 10,3%. Si tratta di un numero inferiore a quello registrato lo scorso anno, quando le stime sulle scorte erano pari a 480 milioni, e quelle da utilizzare raggiungevano l’11,7%.
In teoria, la riduzione delle scorte dovrebbe tradursi nell’aumento dei prezzi, ma attualmente questo non sta accadendo. L’Usda precisa che le quotazioni restano contenute a causa della riduzione delle esportazioni della soia statunitense. In generale, l’obiettivo dei produttori nordamericani è quello di esportare 2.225 miliardi di bushel del legume all’anno. Tuttavia, il Dipartimento prevede che quest’anno le vendite all’estero dovrebbero essree inferiori del 14% rispetto all’anno scorso e che dovrebbero fermersi a 1.489 miliardi di bushel. Il calo delle esportazioni dovrebbe essere dovuto principalmente alla riduzione dell’acquisto di soia estera da parte della Cina, che è stato disposto dalle autorità cinesi con una direttiva entrata in vigore lo scorso 1° gennaio.
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