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Impronta ambientale, l’impegno di Fefac per la sostenibilità

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La creazione di un mercato comune ecosostenibile passa anche attraverso l’analisi dell’impatto ambientale dell’alimentazione animale. Per questo motivo la Fefac, la Federazione europea dei produttori di mangimi, si è unita con i produttori nazionali dell’industria mangimistica come Assalzoo e con altri attori internazionali per definire il Feed PEF ovvero l’impronta ambientale dei mangimi.  

Si tratta di uno degli undici progetti pilota con cui definire un metodo comune per la rilevazione dell’impronta ambientale dei prodotti. L’iniziativa rientra nel più ampio progetto della Commissione europea “Bulding the single market for green products”. L’obiettivo è quello di elaborare una metodologia armonizzata con cui misurare il ciclo vitale dei prodotti e quindi il loro impatto ambientale rispetto, ad esempio, al cambiamento climatico, allo sfruttamento del suolo e delle risorse idriche. Nell’ambito di questa iniziativa è stata lanciata una fase pilota di tre anni in cui sviluppare le regole di categoria dell’impronta ambientale di prodotto (PEFCR), specifiche per ogni settore. 

Ma perché è importante analizzare l’impronta ambientale dei mangimi? Perché la loro produzione contribuisce in maniera rilevante alla definizione dell’impronta ambientale dei prodotti animali. La mangimistica rappresenta il primo tassello dell’intera filiera zootecnica. Senza conoscere l’impatto della produzione di mangimi sull’ambiente diventa di difficile praticabilità stabilire l’impronta ambientale di prodotti come uova, carne, pesce e prodotti lattiero-caseari. Le regole dell’impronta ambientale relative all’allevamento animale dovrebbero quindi utilizzare lo stesso approccio metodologico per la produzione dei mangimi. 

La segreteria tecnica che si occupa del Feed PEF è composta – oltre che dalla Fefac – dalle associazioni mangimistiche nazionali tra cui Assalzoo, assieme a Fefana, Snia,  Dvt, Nevedi, Fhl, Aic, Dakofo,dai produttori di mangimi (ForFarmers, AB Agri, Denkavit, Agrifirm, Sanders, DTC, Union Agricole, Evonik,  Dsm, Ewos, Agravis, Ajinomoto-Eurolysine, Cargill), dai partner dell’industria mangimistica (Fediol, Uecbv, Feap) e alla Fao. Tutti i i portatori di interessi sono invitati a dare il loro contributo allo sviluppo di queste regole di categoria.

 

Foto: Pixabay

Vito Miraglia