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Frumento, prezzi in aumento a luglio

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A luglio, il mese d’esordio della campagna di commercializzazione 2017/18, si è registrato un aumento dei prezzi del frumento. È quanto emerge dal rapporto “Tendenze Frumento” pubblicato da Ismea (Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare), secondo cui i listini all’origine del frumento duro hanno raggiunto i 220,38 euro/t, segnando un rialzo del 13% rispetto al mese precedente. Inoltre, per la prima volta dal mese di giugno 2016 hanno superato la soglia dei 220 euro/t. È cresciuto anche il prezzo della granella di frumento tenero, che ha raggiunto i 184,86 euro/t, una cifra superiore del 3,4% rispetto a giugno 2017.

Previsioni – L’Ismea precisa che, secondo le stime, durante la campagna di commercializzazione appena iniziata le quotazioni del frumento potrebbe continuare a crescere. L’ultimo aggiornamento dell’International Grains Council (Igc) prevede, infatti, che la produzione complessiva del cereale possa restare su livelli inferiori alla domanda, comportando così una contrazione delle scorte. Questa dinamica dovrebbe interessare anche il frumento duro, che dovrebbe sperimentare una riduzione piuttosto significativa degli stock.

Produzione – Per quanto riguarda la produzione, l’Ismea stima – sulla base delle indicazioni dell’Igc – un calo produttivo del frumento duro, che dovrebbe scendere a circa 4,2 milioni di tonnellate (lo scorso anno aveva superato i 5 milioni). I raccolti del frumento tenero dovrebbero, invece, rimanere sostanzialmente stabili, attestandosi a circa 3 milioni di tonnellate.

Bilancia commerciale – Infine, l’Istituto precisa che nel periodo gennaio-aprile 2017 il dato cumulato delle importazioni di frumento duro ha registrato un significativo miglioramento tendenziale del deficit in valore della bilancia commerciale, dovuto alla riduzione dei valori medi all’import e dei volumi in ingresso. È stato registrato un ridimensionamento del passivo di bilancio anche per il frumento tenero, grazie alla flessione dei prezzi medi all’import e al contestuale calo dei volumi.

 

Foto: Pixabay

redazione