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Consumi agroalimentari, registrata lieve flessione nel 2016

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Nel 2016 la spesa alimentare delle famiglie italiane è diminuita dello 0,5%. Lo evidenzia l’Ismea (Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare), secondo cui a guidare le decisioni d’acquisto dei consumatori italiani sono state l’attenzione al risparmio e la tendenza a effettuare scelte basate su aspetti salutistici.

Secondo l’Istituto, la stagnazione dei prezzi al consumo, unita al lieve calo della spesa familiare per beni agroalimentari, indica una flessione delle quantità acquistate. I prodotti più penalizzati dalle tendenze in atto sono quelli proteici: carni, salumi, uova e lattiero-caseari. Le bevande, invece, mostrano andamenti differenti: positivi i consumi delle birre, stabili quelli dei vini, in flessione del 3% quelli delle bevande analcoliche.

Registrata una flessione della spesa per i prodotti freschi, che rappresentano poco meno del 40% del totale (-4,8% su base annua), alla quale hanno contribuito i forti cali della carne (-5,3%), dei formaggi (-6,3%) e dei salumi da banco (-9,6%). I consumi dei prodotti confezionati, che hanno un’incidenza complessiva del 60% sul carrello della spesa, nel 2016 sono invece cresciuti dell’1,8% rispetto al 2015.

Tra i comparti che hanno riportato un aumento della spesa, sia nel segmento dei prodotti freschi che in quello dei beni confezionati, si posizionano i prodotti ittici (+2,5%), la frutta (+2,2%),l’aceto, lo zucchero e i dolcificanti, la cioccolata e altri snack. La spesa per gli ortaggi, infine, dopo la flessione riportata nel primo semestre dell’anno (pari all’1,8%), ha registrato un recupero e si è riallineata ai valori del 2015 (-0,1%).

Foto: © Aleksei Potov – Fotolia

red.