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Consumi alimentari in ribasso nei primi 9 mesi del 2016

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Nei primi nove mesi del 2016, gli acquisti dei prodotti alimentari da parte delle famiglie italiane sono diminuiti dell’1%. Lo comunica l’Ismea (Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare), evidenziando che i cali più accentuati sono stati registrati dalle carni e dai prodotti lattiero-caseari.

Secondo le rilevazioni Ismea-Nielsen, la flessione maggiore dei consumi è stata riportata dal settore delle carni (-5,6%), da quello dei salumi (-5,2%), dalla vendita del latte e dei suoi derivati (-3,6%) e da quella di oli e grassi e vegetali (-1,9%). Si è, invece, registrato l’incremento degli acquisti dei prodotti ittici (+2,6%) e della frutta (+1,7%). Infine, i consumi dei derivati dai cereali sono cresciuti dello 0,1%, mentre quelli delle uova e degli ortaggi sono diminuiti rispettivamente dello 0,7% e dello 0,3%.

L’Istituto sottolinea che mentre gli acquisti di carne continuano a restare bassi, i consumi di pesce tendono a crescere. Nel 2016 le famiglie italiane hanno dedicato il 7,4% della loro spesa agroalimentare complessiva all’acquisto dei prodotti ittici, circa lo 0,2% in più rispetto all’anno precedente. In particolare, la spesa per il pesce fresco è cresciuta del 4,8% rispetto ai primi nove mesi del 2015.

L’andamento dei consumi, secondo l’Ismea, riflette due fenomeni in atto nella società. Si contrappongo due dinamiche opposte: da una parte cresce la ricerca della qualità, l’attenzione alla salute, all’eticità e alla sostenibilità degli alimenti che si portano in tavola; dall’altra, invece, aumenta la tendenza al risparmio, che per le famiglie meno abbienti si spinge fino alla rinuncia degli alimenti di base.

 

Foto: Pixabay

redazione