Home Economia L’offerta nazionale di carni nel 2016 : bilancio del 1° semestre

L’offerta nazionale di carni nel 2016 : bilancio del 1° semestre

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La recente diffusione da parte Istat dei tradizionali risultati dell’indagine campionaria sulle consistenze di bovini, bufalini e suini riferiti al mese di giugno 2016, e la contemporanea disponibilità di dati per il 1° semestre 2016 sulle macellazioni a carni bianche e rosse, nonché sul commercio estero di carni e animali vivi, consente di tracciare un primo bilancio parziale e provvisorio sulla disponibilità di carni in Italia. Al riguardo, appare opportuno anticipare che quasi tutte le suindicate variabili mostrano dinamiche positive, al punto da far ritenere che l’intero comparto zootecnico sia finalmente in ripresa, sia pure contenuta, contrariamente a quanti continuano a denunciare una cronica crisi del settore.

Le stime dei patrimoni bovini, bufalini e suini

Secondo l’Istat, gli allevamenti bovini al 1 giugno 2016 risulterebbero complessivamente pari a 5,8 milioni di capi, registrando quindi un lieve incremento di 20 mila capi (+0,3%) rispetto al precedente mese di giugno 2015. Le stime indicano che tale incremento complessivo è ascrivibile maggiormente alla categoria dei bovini da 1 a meno di 2 anni (+9,7%), quale risultato di aumenti di tutte le sub-categorie considerate (maschi e femmine da macello e da reddito). Anche i bovini di meno di 1 anno con 1,7 milioni di capi spunterebbero un incremento dell’1,9%, con aumenti generalizzati per tutte le sub-categorie interessate. Ad attenuare tali incrementi, il calo di 139 mila capi per i bovini di 2 anni (-4,9%), all’interno dei quali si registrerebbero flessioni più o meno significative per tutte le sub-categorie, ad eccezione di manze e giovenche da allevamento e da macello. Da evidenziare il calo di 128 mila vacche da latte (-6,5%) e altre vacche (-8,0%). Pressoché invariato il patrimonio bufalino (+12 mila capi, pari al +3,7%). In aumento irrilevante (+0,3%) i suini, attestatisi a 8,7 milioni di capi.
Al riguardo, invece, le statistiche delle corrispondenti anagrafi zootecniche in Banca Dati Nazionale mostrano tendenze completamente opposte, con flessioni per le consistenze di bovini e suini (rispettivamente -0,6% e -4,1%) ed un incremento del 2,3% per il patrimonio bufalino.

La produzione nazionale di carni

I dati Istat sulle macellazioni a carni rosse indicano che nel 1 semestre 2016 le macellazioni hanno prodotto complessivamente 1 milione e 188 mila tonnellate di carni-peso morto (+1,5% rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente). A livello di specie di bestiame, sono stati avviati al macello complessivamente poco meno di 1,4 milioni di bovini, (+4,1%), con una corrispondente produzione di carni di 384 mila tonnellate in peso morto (+1,3%). Al loro interno gli incrementi più significativi interessano i vitelloni (+6,7%) con una produzione di carne pari a poco più di 245 mila tonnellate (+2,6%), seguiti dai vitelli (+13,6%) per 57,0 mila tonnellate di carne (+18,2%). Al contrario, riduzioni per le macellazioni dei bufalini, pari a poco più di 43 mila capi (-3,4%) e 8,2 mila tonnellate di carne ottenuta (-7,8%), da attribuirsi quasi totalmente a minori macellazioni di bufale (-20.0% in numero di capi e -22,6% in quantità ottenute) Dinamica lievemente positiva anche per le macellazioni di suini con 6,1 milioni di capi (+2,8%), dalle quali sono state ottenute circa 782 mila tonnellate di carni in peso morto. Le macellazioni complessive di ovi-caprini, con 1,6 milioni di capi per 18,9 mila tonnellate, mostrano dinamiche opposte con un incremento del 6,1% in termini di capi avviati al macello e una flessione del 5,3%, per le corrispondenti quantità di carni ottenute, quasi esclusivamente ascrivibili agli ovini. Infine, è da segnalare i marcati aumenti delle macellazioni di equini, pari a +19,5% (capi) e +15,2% (quantità di carne).
Appare opportuno evidenziare che per quanto riguarda il numero di capi bovini e suini avviati al macello le statistiche di fonte amministrativa (anagrafe bovini) per lo stesso periodo riportano flessioni rispettivamente del 4,6% e 6,5%.
In netta ripresa rispetto al 1 semestre 2015 le macellazioni a carni bianche con una produzione complessiva di carne-peso morto pari a 692 mila tonnellate (+6,7%). Nel dettaglio, sono stati avviati alla macellazione poco più di 274 milioni di polli e galline con una produzione di carne pari a 508 mila tonnellate, registrando, così, incrementi rispettivamente del +5,7% e 7,4%. Seguono i tacchini con quasi 15 milioni di capi macellati (+4,0%) e poco meno di 163 mila tonnellate di carni ottenute. Dinamica regressiva invece per le carni di coniglio e selvaggina, che con 17,5 tonnellate prodotte subiscono un calo del 4,8%.

Interscambio di bestiame vivo e carni

Nel primo semestre 2016, secondo i dati disponibili dell’Istat, l’Italia ha acquistato dall’estero 566.642 capi bovini registrando un significativo aumento (+9,3%) rispetto al pari semestre 2015. Incrementi anche negli acquisti di suini (841.098 capi, pari a +21,4%), ovini e caprini (in complesso, 604.699 capi (+5,9%), mentre equini e avicoli in complesso, rispettivamente importati per 17.336 e 7.229.818 capi, subiscono flessioni rispettivamente del 9,7% e 5,8%. Trend negativo dal lato delle vendite all’estero per tutte le specie di animali considerate, ad eccezione per gli equini (+61,9%). Per quanto riguarda le carni, nel 1° semestre 2016 le importazioni sono risultate complessivamente pari a 755,8 mila tonnellate (-4,8%), controbilanciate da vendite all’estero per 227,3 mila tonnellate (+14,2%). Nel dettaglio, le carni bovine (comprese le frattaglie) sono state acquistate per 197,9 mila tonnellate (-1,8%) ed esportate per 68,0 mila tonnellate (-1,2%), quelle suine con 496,2 mila tonnellate acquistate e 72,0 mila vendute si attribuiscono rispettivamente dinamiche opposte (rispettivamente -6,15% e +34,6%), parimenti seguite da quelle di pollame con 29,1 mila tonnellate importate (-8,5%) e 83,3 mila esportate (+13,9%). Al contrario, le carni ovi-caprine diminuiscono sia nelle importazioni che nelle esportazioni (rispettivamente( -0,1% e -36,9%. E’ appena il caso di segnalare le performances entrambe positive per le carni di coniglio e selvaggina (+4,3% negli acquisti e +46,9% nelle esportazioni).

 

Foto: Pixabay

Bruno Massoli