Tra il 2016 e il 2020 il mercato dell’acquacoltura cinese dovrebbe crescere a un tasso del 3,29% annuo. È quanto emerge dal rapporto “Aquaculture Market in China 2016-2020” pubblicato da Research and markets, secondo cui si tratta di un tasso di crescita insufficiente per soddisfare la domanda di prodotti ittici da parte della popolazione.
Il documento evidenzia che le condizioni geografiche favorevoli dello stato asiatico potrebbero rappresentare un fattore chiave per lo sviluppo del comparto. La posizione della Cina fornirebbe, infatti, un facile accesso alle riserve e alle risorse naturali. Il mercato dell’acquacoltura cinese risulta inoltre diversificato: comprende molte zone climatiche diverse, che danno luogo a una grande varietà di ambienti naturali. Le aree destinate all’acquacoltura all’interno del paese si trovano, infatti, nel mare, nelle piane di marea, nei porti, negli stagni, nei laghi, nei bacini e nei ruscelli.
Il rapporto sottolinea, tuttavia, che il mercato dell’acquacoltura sta crescendo a un ritmo lento, di poco superiore al 3%. Di questo passo, potrebbe non essere in grado di soddisfare la crescente domanda di prodotti ittici da parte dei cittadini. Il rallentamento della crescita sarebbe dovuto, principalmente, alla rapida urbanizzazione. Nel 2015, infatti, il 56% della popolazione cinese viveva nelle aree urbane, circa il 26% in più rispetto al 1990. Ma avrebbero un effetto negativo anche la riduzione degli investimenti nell’espansione delle strutture e la minore disponibilità di manodopera a basso costo.
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