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Comparto lattiero caseario, primi segnali di ripresa

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A partire da maggio, il mercato europeo delle commodity lattiero casearie mostra i primi segnali di ripresa. È quanto emerge dal rapporto “Tendenze lattiero caseario” pubblicato da Ismea (Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare), secondo cui le quotazioni di burro, polveri magre e formaggi registrano variazioni positive.


In particolare, i listini del burro hanno evidenziato una crescita rapida e sostenuta nel mese di giugno, con un recupero su base congiunturale del 14% sul mercato tedesco di riferimento e di oltre il 10% su quello francese. I prezzi delle polveri magre sono aumentati in misura più contenuta, registrando a giugno un aumento del 3-4%. Infine, sono cresciute anche le quotazioni dei formaggi, in particolare l’edamer sul mercato tedesco ha segnato una variazione positiva di circa 9 punti percentuali su base congiunturale.

Il rapporto evidenzia, tuttavia, che nei primi sei mesi del 2016 le quotazioni di latte e derivati hanno subito una flessione del 5,1% rispetto al periodo gennaio-giugno 2015. Secondo Ismea, il calo è stato determinato soprattutto dai prezzi alla stalla del latte, diminuiti dell’8% nei primi sei mesi di quest’anno. Attualmente, in assenza di un nuovo accordo condiviso a livello locale tra le organizzazioni professionali agricole e l’industria di trasformazione, questo prodotto viene liquidato sotto i 32 centesimi per litro.

La domanda interna di latte e derivati non mostra segnalidi ripresa e si conferma, insieme a carni e salumi, uno dei segmenti più penalizzati dalle scelte dei consumatori italiani, evidenziando una contrazione della spesa pari al 3,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.

Positive, invece, le performance registrate dai prodotti lattiero caseari made in Italy sui mercati esteri. Nei primi quattro mesi del 2016 le esportazioni di formaggi sono cresciute del 7,1% in volume e del 5% in valore, soprattutto grazie all’incremento delle vendite di freschi e latticini (+15,8% in volume e +14,4% in valore), grattugiati (+14,5% in volume e +10,4% in valore) ed erborinati (+3,3% in volume e +2,1% in valore). Fanno eccezione al trend positivo le esportazioni di Grana Padano e Parmigiano Reggiano, che nel primo quadrimestre 2016 hanno registrato una flessione del 2,2% in termini di volume.

A livello di singoli paesi, la Francia continua a rappresentare il principale acquirente di formaggi italiani. Tuttavia, la crescita registrata in termini di volumi (+5,5% nel periodo gennaio-aprile 2016) è risultata inferiore ai flussi diretti verso la Germania (+8,4%) e il Regno Unito (+14,0%). La rivalutazione dell’euro nei confronti del dollaro, infine, sta influenzando negativamente le esportazioni dirette verso gli Stati Uniti, con un calo significativo delle vendite di pecorino (-16,6% in volume) e Grana Padano e Parmigiano Reggiano (-2,8%).

 

Foto: Pixabay

red.