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La situazione del comparto suino europeo ed italiano nel 2015

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carne peste suina

A livello di Unione Europea, i dati Eurostat sulle consistenze dei suini riferite a dicembre 2015 mostrano un patrimonio complessivo di 149 milioni di capi, con un aumento complessivo dello 0,3% rispetto al 2014. Oltre i 3/4 di tale patrimonio (76,5%) risulta concentrato in soli 7 Paesi (Spagna, Francia , Germania, Danimarca, Paesi Bassi, Polonia ed Italia), di cui circa il 38% in Spagna (19,1%) e Germania (18,6%).

La Spagna con un totale di 28,4 milioni di capi (+1,8 milioni di capi rispetto al 2014) si classifica come il paese europeo con il più alto patrimonio suinicolo, superando per la prima volta la Germania (- 2,4%). Seguono Francia, Danimarca e Paesi Bassi, con consistenze comprese tra 13,3 e 12,5 milioni di capi, evidenziando praticamente una stabilità rispetto al 2014, ad eccezione dei Paesi Bassi (+ 3,2%).

Per quanto riguarda le carni suine, in termini di capi, nella UE 28 risultano complessivamente macellati oltre 255 milioni di suini, con un incremento del 2,7% rispetto al 2014. Tale incremento è imputabile quasi totalmente agli aumenti più o meno significativi registrati da tutti i maggiori produttori, con l’eccezione della Danimarca, che con 15,5 milioni di unità si attribuisce un live calo dell0 0,6%. Al loro interno l’Italia con 11,3 milioni di capi macellati si colloca all’ottavo ed ultimo posto.

La quantità di carni suine complessivamente ottenuta dalle macellazioni è stata pari a 22,9 milioni di t./peso morto, con un marcato incremento del 3,6% (+0,9% nel 2014). Tale aumento produttivo è il risultato di incrementi generalizzati, e soprattutto negli otto Paesi membri che con quasi 19,0 milioni di tonnellate detengono l’82,8% della produzione comunitaria. Tra di essi il 41,2% della produzione si riscontra in Germania (24,2%) e Spagna (17,0%). In ordine di importanza produttiva, l’Italia si colloca al 6° posto con 1.486 mila tonnellate (6,5%), seguita da Paesi Bassi (6,3%) e Belgio (4,9%).

Nello specifico, il 2015 è stato per il comparto suino italiano il terzo anno critico, con offerta produttiva complessivamente considerata in aumento quasi irrilevante, e comunque sempre marcatamente insufficienti a soddisfare la domanda interna, a sua volta diminuita ulteriormente.

Dal 2010 il nostro patrimonio ha perduto tra i 635 e 670 mila capi (circa – 7,0%). Secondo le ultime stime Istat (indagine di dicembre), il patrimonio suinicolo nazionale nel 2015 è ammontato a 8,7 milioni di capi, rimanendo così pressoché stabile (+0,1%) rispetto al 2014. Tale lieve crescita è il risultato di aumenti altrettanto lievi registrati per lattonzoli di peso inferiore a 20 kg (1,408 mila capi, pari al +0,1%), suini di peso da 20 a 49 kg (1.633 mila, pari al +0,2%) e quelli da riproduzione (verri e scrofe) attestatisi a 619 mila unità (+1,2), quasi completamente attenuati dalla flessione dello 0,1% per i suini da ingrasso (50 kg ed oltre) calati a 5.023 mila unità.

La produzione italiana di carne suina, dopo i marcati crolli registrati nel 2014 del 16,6% per numero dei capi macellati e del 19,6% in termini di quantità prodotte rispetto all’anno precedente, ha significativamente recuperato nel 2015 con incrementi rispettivamente del 3,4% e 12,3% portandosi a 1.491 milioni di t/peso morto (1.328 milioni nel 2014). Da evidenziare che nel periodo 2010-2015 il numero dei suini macellati e le corrispondenti quantità di carni ottenute sono calati rispettivamente del 17,9% e 10,9%.

Le consistenze degli ultimi due anni del patrimonio suinicolo trovano conferma anche dalle dichiarazioni contenute nell’Anagrafe suina, secondo le quali nel 2015 risulterebbero “censiti” 8,6 milioni di capi, con una leggera diminuzione dello 0,3% rispetto al 2014. Secondo tale fonte, dal 2010, anno in cui il numero complessivo dei suini aveva toccato quasi i 9,2 milioni di unità, il nostro patrimonio è stato interessato da un andamento costantemente e regolarmente decrescente, con la diminuzione maggiore nel 2011 (- 3,0%). Sempre secondo le notificazioni dell’Anagrafe suina, nel 2015 risultano macellati 11 milioni di capi, con un incremento rispetto al 2014 del 7,2%. La stragrande maggioranza delle macellazioni riguarda i suini provenienti da allevamenti italiani (97,5%).

Con riferimento al mercato interno, le quotazioni nazionali delle carni suine hanno registrato contrazioni generalizzate. Nel particolare, secondo Ismea, la categoria dei suini 146/160 kg ha spuntato sui mercati alla produzione una quotazione media 2015 di 1,30 € al kg (- 8,6%).

Nonostante l’incremento dell’1,2% registrato dai suini da riproduzione, nel 2015 si è registrato un aumento nell’import di suini vivi, con 1,5 milioni di capi acquistati (+35,9% rispetto al 2014), confermando e rafforzando così il nostro ricorso all’estero per soddisfare la domanda interna di carni suine. A registrare l’incremento maggiore sono stati i suini di peso inferiore a 50 kg , aumentati da 739.136 a 1.077.639 unità, seguiti dall’incremento del 17,4% verificatosi anche per i suini di peso maggiore, escluse le scrofe che hanno figliato almeno una volta. Per questa ultima categoria, gli acquisti all’estero risultano pressoché nulli (appena 7 unità), dopo il sensibile balzo registrato nel 2014 rispetto all’anno precedente (5.672 scrofe, pari al +369,5%). Tali dinamiche trovano un contrappeso nelle corrispondenti vendite all’estero. Così, nel 2015 le nostre esportazioni di suini vivi risultano complessivamente aumentate da 3.952 a 4.871 capi (+23,3%), pur rimanendo notevolmente ridotte rispetto ai 12-15 mila capi venduti annualmente nel periodo 2010 – 2013. La maggior parte delle nostre vendite ha riguardato le scrofe, pari a 3.460 unità a fronte di nessun acquisto nel 2014.

In termini di carni fresche, refrigerate e congelate e frattaglie, nel 2015 il nostro Paese ha importato 1.050.932 tonnellate, risultando pressoché stabili rispetto al 2014 (+0,5%), a fronte di minori vendite, attestatesi a 123.896 tonnellate (circa 3 mila tonnellate in meno rispetto all’anno precedente, pari al – 2,4%). La conseguenza di tali dinamiche è stato l’incremento dello 0,9% dell’importazione netta, salita a 927mila tonnellate. In pratica, l’importazione netta dal 2012, anno in cui aveva registrato un marcato decremento del 5,9% rispetto all’anno precedente, mostra un andamento in aumento costante e significativo passando per +4,8% nel 2013 e + 8,1% nel 2014.

Infine, a rafforzare ulteriormente la crisi del comparto sono da annoverare anche i consumi totali di carni suine fresche, che, secondo le prime valutazioni Assalzoo, si sarebbero attestati nel 2015 a poco più di 2.247 mila tonnellate (- 4,6%), con la conseguenziale contrazione del consumo pro-capite a 37,0 kg (- 4,6%).

 

Alcune principali variabili del comparto suini in UE 28 e Italia nel periodo 2010-2015

AREE GEOGRAFICHE

 

VARIABILI

2010

2011

2012

2013

2014

2015

UNIONE EUROPEA (28)

Consistenze (numero capi) (1)

152.361

149.809

146.955

146.242

148.330

148.743

Macellazioni

 

 

 

 

 

 

numero capi (1)

249.459

253.920

247.238

246.571

248.726

255.378

quantità/peso morto (2)

22.098

22.478

22.006

21.942

22.142

22.943

Importazioni (2)

1.076

1.094

1.142

1.115

1.104

1.081

– Intra-UE

1.059

1.081

1.128

1.105

1.095

1.075

– Extra-UE

18

13

14

10

8

7

Esportazioni (2)

2.085

2.436

2.345

2.376

2.339

2.449

– Intra-UE

1.058

1.156

1.104

1.035

1.045

1.038

– Extra-UE

1.027

1.279

1.241

1.340

1.294

1.411

Consumi

 

 

 

 

 

 

– totali (2)

20.182

20.188

19.826

19.731

19.853

19.982

– pro-capite (kg)

40

40

39

39

39

39

ITALIA

Consistenze (numero capi) (1)

9.321

9.351

8.662

8.561

8.676

8.683

Macellazioni

 

 

 

 

 

 

numero capi (1)

12.908

12.346

12.664

13.099

10.931

11.304

quantità/peso morto (2)

1.633

1.570

1.621

1.625

1.328

1.486

Importazioni (2)

991

1.003

946

972

1.046

1.051

Esportazioni (2)

127

141

135

122

127

124

Consumi

 

 

 

 

 

 

– totali (2)

2.562

2.490

2.489

2.526

2.275

2.247

– pro-capite (kg)

43

42

42

42

37

37

 (1) Il numero capi per consistenze e macellazioni è espresso in migliaia; le quantità di carni suine per macellazioni, importazioni, esportazioni e consumi totali sono espresse in migliaia di tonnellate
(2) Carni suine fresche, congelate e refrigerate e frattaglie

Fonte: Elaborazioni su dati Istat, Eurostat ed Assalzoo

 

Foto: © il fede – Fotolia

Bruno Massoli