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La dinamica dei prezzi di alcune principali materie prime per l’alimentazione animale nel 2015

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Secondo gli ultimi dati disponibili sull’andamento produttivo internazionale e interno di cereali e semi oleosi, unitamente a quelli relativi al corrispondente approvvigionamento all’estero, nel 2015 le quotazioni di alcune principali materie prime utilizzate dall’industria mangimistica continuano il trend regressivo già registrato nel 2014. La dinamica evidenzia ancora una volta l’indubbia dipendenza dei prezzi delle materie prime per l’alimentazione animale, e quindi della produzione mangimistica, ai fenomeni congiunturali di disponibilità interna ed estera. Al riguardo, si ritiene utile prendere in esame le quotazioni delle Borse Merci di Bologna e Milano, ritenute da Assalzoo i mercati di riferimento più rappresentativi per il settore dell’industria mangimistica, delineando in breve anche il contesto di riferimento.

Le quotazioni delle materie prime 2015

Sulla base delle quotazioni medie annuali elaborate da Assalzoo, nel 2015 quasi tutte le materie prime considerate mantengono il trend regressivo già riscontrato nel 2014, ad eccezione di germe di mais, girasole e farine di pesce. Nel dettaglio: il frumento tenero, dopo il marcato calo del 2014 sul 2013 (-38 euro/t., pari al -16,3%), si contrae di ulteriori 8 euro/tonnellata, mentre il mais, scendendo mediamente a 161,71 euro/t., spunta altri 19 euro in meno, rafforzando la flessione di 36 euro registrata nel 2014. Analogamente, si registra un ulteriore marcato ribasso per le farine di soia, che dopo i rialzi costanti fino al 2013 (anno in cui toccano 482 euro/t), nel 2014 spuntano un ribasso di 30 euro, che aggiunto a quello di 56 euro nel 2015, determina una flessione complessiva di circa 87 euro/t in meno nell’arco degli ultimi due anni.
Si presentano, invece, più contenute le diminuzioni di prezzo per farinacci e cruscami. In particolare, le quotazioni dei farinacci, dopo la flessione di circa 34 euro/t spuntata nel 2014, scendono di ulteriori 6 euro nel 2015. Mentre i prezzi dei cruscami raggiungono i 128 euro/t, registrando una diminuzione di 8 euro, che aggiunta a quella del 2014, configura una flessione complessiva pari a 42 euro/t negli ultimi due anni.
Dinamiche opposte, invece, si registrano nell’ambito dei derivati dalla lavorazione del mais, con un rafforzamento del ribasso di 34 euro/t registrata nel 2014 dalle farine glutinate e altri 19 euro in meno nel 2015. Appaiono, invece, in netta controtendenza i prezzi medi per il germe di mais, che dopo il marcato ribasso a 210,51 euro/t Nel 2014, tornano a salire a 219,76 euro/t nel 2015. Trend analogo per il girasole, con una flessione di 43 euro/t nel 2014, controbilanciata dal rialzo di 5 euro/t nel 2015. Si rafforza il ribasso delle quotazioni delle farine di erba medica, scese nel 2015 a 202,45 euro/t, che registrano una diminuzione di 19 euro/t dopo quella di circa 95 euro/t del 2014.
Nell’ambito dei foraggi, è proseguita nel 2015 la discesa delle quotazioni medie sia per le polpe di barbabietole (-53 euro/t, dopo il ribasso di 23 euro/t nel 2014), sia per le farine di erba medica (-19 euro, dopo il calo di 94 euro/t del 2014).
Netto aumento dei prezzi delle farine di pesce, ascese a 1.766 euro/t, con un rialzo di circa 223 euro/t rispetto ai 1.543 euro del 2014 (-22 euro/t rispetto al 2013), che hanno raggiunto la quotazione media annua più elevata degli ultimi 5 anni. Gli oli vegetali, dopo la marcata flessione di 137 euro/t nel 2014, recuperano da 682 a 732 euro/t. L’analisi si chiude con l’orzo, le cui quotazioni risultano regressive sia nel 2014 (201,94 euro/t, pari a -37 euro/t rispetto all’anno precedente), sia nel 2015 (190,72 euro/t).
Per completezza di argomento, la disponibilità, sia pure limitata, di informazioni sulle produzioni di cereali e semi oleosi e sui relativi scambi con l’estero, consente di valutare anche le dinamiche della prima metà della nuova campagna di commercializzazione 2015/2016, almeno per quanto attiene le quotazioni medie semestrali di frumento tenero, mais, orzo, farine di soia, girasole, attraverso l’interazione dei seguenti scenari di riferimento:
a) secondo Ismea l’offerta mondiale di frumento viene stimata su 720 milioni di tonnellate, mentre le scorte nel 2016 dovrebbero raggiungere il record di 206 milioni di tonnellate. Al contrario, i raccolti di mais dovrebbero attestarsi a 968 milioni di tonnellate (-3,5% rispetto alla campagna precedente), con una flessione delle scorte (-2% rispetto ai quantitativi record della precedente campagna);
b) secondo Copa-Cogeca le superfici cerealicole in complesso della UE 28 sarebbero lievemente diminuite (-0,3%), con un conseguenziale calo produttivo (-5,0%). Al loro interno, tuttavia, frumento tenero e orzo manterrebbero pressoché invariate (incrementi minimi) le relative produzioni raccolte. In controtendenza, invece, il mais, con una flessione produttiva del 19,5%;
c) secondo Istat, a livello nazionale le produzioni dei cereali considerati risulterebbero quasi tutte in netto aumento, con incrementi per l’orzo pari al +9,4%, seguito dal mais (+27,0%), cui fa riscontro la flessione del 3,3% per il frumento tenero. Nel comparto dei semi oleosi, si stimano incrementi produttivi del 21,9% per la soia e del 5,4% per il girasole.
Con riferimento alla campagna commerciale 2014- 2015, l’Italia risulta aver acquistato poco più di 12,5 milioni di tonnellate (-0,6% rispetto alla campagna precedente), di cui il 96,0% ascrivibile a frumenti, orzo e mais non da semina, per i quali, al contrario, gli acquisti dall’estero risultano significativamente aumentati, a conferma della nostra dipendenza esterna nell’approvvigionamento di materie prime cerealicole per l’alimentazione animale. Con riferimento ai cereali non da seme, infatti, gli incrementi interessano il frumento duro per il 19,7%, il frumento tenero per il 13,7% e l’orzo per il 4,1%, parzialmente controbilanciati dalla flessione del 21,0% per il mais. Attualmente, i dati di commercio estero disponibili (gennaio-settembre 2015) evidenziano flessioni più o meno generalizzate per gli acquisti dei cereali presi in considerazione e per soia e girasole, controbilanciati parzialmente da marcati incrementi nelle esportazioni.
In tale contesto, limitato e parziale, si colloca l’andamento delle quotazioni delle citate materie prime nella prima parte della campagna 2015/2016, con ribassi rispetto al semestre precedente per frumento tenero, quotato mediamente a 186,99 euro/t (-3,86 euro/t), farine di soia con una quotazione media di 375,10 euro/t (-30,88 euro) e orzo (in media 188,15 euro/t, pari a 5,14 euro in meno per tonnellata), solo in parte controbilanciati dai rialzi per mais (mediamente 168,03 euro/t, con un aumento di 12,65 euro/t) e girasole, che con 232,16 euro/t spunta un rialzo medio unitario di 4,63 euro.

Quotazioni medie annue di alcune principali materie prime utilizzate dall’industria mangimistica nel 2014 e 2015

MATERIE

PRIME

ANNI CALENDARIO

CAMPAGNE COMMERCIALIZZAZIONE

2014

2015

VARIAZIONI

2015/2014

Luglio 2013/ Giugno 2014

Luglio 2014/ Giugno 2015

VARIAZIONI

2015/2014

Euro/t.

%

Euro/t.

%

Grano tenero

196,61

188,92

-7,69

-3,91

211,30

184,22

-27,09

-12,8

Mais

180,94

161,71

-19,23

-10,63

196,09

 

162,20

-33,89

-17,3

Farina di soia

451,25

395,04

-56,21

-12,46

486,29

417,11

-69,18

-14,2

Farinaccio

159,61

154,00

-5,61

-3,52

174,07

153,30

-20,77

-11,9

Crusca

136,17

128,38

-7,79

-5,72

148,49

129,92

-18,57

-12,5

Germe di mais

210,51

219,76

9,25

4,39

222,91

212,37

-10,54

-4,7

Farina glutinata

186,31

167,01

-19,30

-10,36

208,64

165,72

-42,92

-20,6

Girasole

225,19

229,85

4,66

2,07

243,96

223,02

-20,94

-8,6

Farina di erba medica

221,11

202,45

-18,66

-8,44

236,53

207,63

-28,91

-12,2

Polpe di barbabietole

221,89

168,54

-53,35

-24,04

240,78

186,67

-54,11

-22,5

Farina di pesce

1.543,58

1.766,36

222,78

14,43

1.442,53

1.774,93

332,40

23,0

Oli vegetali

682,03

732,30

50,27

7,37

722,56

689,83

-32,73

-4,5

Orzo

201,94

190,72

-11,22

-5,56

217,89

190,33

-27,56

-12,6

Fonte: Elaborazioni su quotazioni settimanali delle Borse merci di Bologna e Milano

 

 Foto: Pixabay

Bruno Massoli