Da anni l’Associazione Nazionale tra i Produttori di Alimenti Zootecnici (Assalzoo) elabora i dati sul commercio estero dei prodotti agro-alimentari resi disponibili ogni mese dall’Istituto Nazionale di Statistica (Istat). Tali elaborazioni vengono effettuate con riferimento alle situazioni bimensili ed annuali, in termini di quantità e di valore, ai fini non solo interni di costante monitoraggio dell’andamento dei principali prodotti relativi al settore zootecnico, ma soprattutto per fornire alle proprie ditte associate un quadro informativo circa le disponibilità nazionali di materie prime per l’alimentazione animale e di alcune produzioni zootecniche destinate ai consumi finali. I dati sono elaborati secondo il tipo di movimento (importazione e/o esportazione) e per singolo Paese di provenienza o destinazione appartenenti a due macro aree: Unione europea e Paesi terzi.
Nel rimandare alla tavola contenente i dati per dettagli sui prodotti considerati, con riferimento ai cereali in complesso (escluse le quantità destinate alla semina) nel 2014 l’Italia ne ha acquistati all’estero 12,7 milioni di tonnellate, vale a dire circa 2,5 milioni di tonnellate in più rispetto al 2013 (+23,2%), a fronte, con 397 mila tonnellate, di maggiori quantità esportate per poco più di 120 mila tonnellate (+45,6%). Circa il 65% delle importazioni cerealicole proviene dall’area comunitaria, ma al riguardo è da evidenziare una flessione di circa 5 punti percentuali rispetto al 2013. Ne consegue, quindi, che nel 2014 risultano aumentate di più le quantità importate da Paesi terzi (circa +1,4 milioni di tonnellate, pari a +43,4% contro poco più di 1 milione di tonnellate dall’area comunitaria, pari a +14,3%).
Tra i cereali importati sono stati considerati quelli (frumento tenero, granoturco, orzo e sorgo) le cui quantità in complesso rappresentano il 98% ed oltre circa delle quantità cerealicole acquistate. Per tutti tali cereali, ad eccezione dell’orzo, nel 2014 risulta aumentato l’import, ma la maggior parte degli acquisti interessa frumento tenero (+31,2% in complesso e +77,0% da Paesi terzi) e granoturco (rispettivamente +17,0% e +12,5%). Per il frumento tenero, con 1.385 mila tonnellate (-6,2%) la Francia mantiene il primato tra i Partners nostri venditori, seguita da Austria (666 mila tonnellate, pari al +56,6%) e Germania (516 mila tonnellate, pari al + 56,8%). La maggior parte dell’import dell’Italia da Paesi terzi (59,3%) interessa il Canada, con 1.566 mila tonnellate (+167,5%).
Con riferimento al granoturco, tra i Paesi UE esportatori verso l’Italia prevale l’Ungheria con 939 mila tonnellate (+26,4%), mentre oltre i ¾ degli acquisti da Paesi terzi provengono dall’Ucraina (1.296 mila tonnellate, pari al +10,5%). Su questi due tipi di cereali si concentra la maggior parte delle nostre vendite all’estero (83,1%), ed in particolare sul frumento tenero (297 mila tonnellate, pari a +74,7% rispetto al 2013), con un incremento più marcato se destinate all’area extracomunitaria (267 mila tonnellate, pari a +88,8%).
In complesso, anche le farine sono risultate interessate da incrementi più o meno significativi nelle importazioni, specialmente quelle da semi oleosi, aumentate a poco meno di 3 milioni di tonnellate, (+428 mila tonnellate circa, pari al +16,9%), esclusivamente di provenienza extracomunitaria (+471 mila tonnellate. pari a +23,4%). Tra tali farine, oltre i 2/3 delle quantità importate interessano le farine di soia (circa il 70%), per le quali tra l’altro si registra nel 2014 un incremento del 15,0%, anch’esso esclusivamente dall’area UE (+29,1%). Infatti, per tali importazioni risulta una marcata flessione (-58,0%) imputabile quasi esclusivamente al crollo degli acquisti dalla Slovenia (da 287 mila a 106 mila tonnellate). Tra i Paesi terzi il maggior venditore all’Italia è stata l’Argentina con 1.123 mila tonnellate (57,8% dell’import e incremento del +28,7%). Da evidenziare che per tali farine l’Italia fa ricorso anche a Brasile (251 mila tonnellate, pari al +0,5%) e Paraguay (337 mila tonnellate, pari al +123,9%).
Acquisti all’estero aumentati anche per le farine di girasole con 729 mila tonnellate (circa + 109 mila tonnellate, pari al +17,5%), per lo più di provenienza dall’area comunitaria. Nel dettaglio, il 63,0% delle farine di girasole di provenienza comunitaria è stato acquistato dalla Slovenia (79 mila tonnellate, pari al 39,2% delle quantità di origine UE) con un incremento del 103,9% rispetto al 2013, seguita da Ungheria con 48 mila tonnellate (rispettivamente 23,8% e +20,1%). Per quanto riguarda i Paesi terzi, la quasi totalità dei nostri acquisti è stata richiesta a Ucraina (241 mila tonnellate, pari al +48,5%) e Russia (283 mila tonnellate, pari al – 14,4%)
Sempre riguardo alle farine è da evidenziare una certa stazionarietà nell’import complessivo per le farine di pesce (46 mila tonnellate, pari a +3,4%), mentre per le farine di carni sono le nostre vendite, pari a circa 188 mila tonnellate, a registrare un significativo incremento (+11,1%), per lo più destinate a Paesi terzi (122 mila tonnellate, pari al +20,2%).
Con riferimento ai due tipi di allevamenti di maggiore interesse per la nostra zootecnia, gli scambi con l’estero di animali vivi evidenziano dinamiche opposte, con minori acquisti di bovini (1,1 milioni di capi in complesso, pari a -1,8%), esclusivamente dall’area comunitaria (-1,8%), a fronte di acquisti di suini per 1,1 milioni di capi (+268 mila capi, pari a +34,1%) anch’essi esclusivamente dall’area UE.
Il comparto delle carni di maggior consumo nazionale (bovine, suine ed avicole) gli incrementi nelle quantità importate riflettono le flessioni della offerta nazionale. Al riguardo, si evidenzia che il grado di autoapprovvigionamento per le carni bovine e suine nel 2014 non supera il 60% (a fronte del 106% per quelle avicole). Pertanto, le importazioni di carni bovine per 413 mila tonnellate in complesso risultano lievemente aumentate rispetto al 2013 (+4,0%), esclusivamente da Paesi comunitari (+5,0%), ed altrettanto si registra per le carni suine aumentate a 1.010 mila tonnellate (+8,3%), anch’esse quasi esclusivamente dall’area comunitaria (+8,4%). Dinamiche di segno positivo per le carni di pollame con acquisti per 67 mila tonnellate (+7,5%), di cui 64 mila dai nostri Partners comunitari (+7,3%), e con vendite per 148 mila tonnellate (+0,9%), di cui 91 mila destinate all’area comunitaria e 56 mila a Paesi terzi.
Al contrario, nel 2014 risultano in calo le importazioni di latte, crema di latte e yogurt, quasi esclusivamente di area comunitaria, con 2,3 milioni di tonnellate (-4,4%).
Foto: © Sherri Camp – Fotolia.com
Bruno Massoli