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Agricoltura, in crescita il numero di aziende finanziate dal settore bancario

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Migliora il rapporto tra banche e settore agricolo. La quota di aziende che hanno fatto affidamento ai finanziamenti bancari è in aumento, anche se resta maggioritario il numero di aziende che hanno preferito finanziarsi lontano dallo sportello. È quanto emerge da un’indagine di Ismea, l’Istituto di Servizi per il mercato agricolo alimentare, condotta su un panel di imprese del settore agricolo relativamente al 2014. Il report ha registrato anche un miglioramento nel giudizio delle aziende sulle condizioni di accesso al credito. 

In particolare, solo un’attività su quattro ha richiesto un finanziamento agli istituti di credito. Di queste l’86% ha ottenuto il finanziamento; la quota restante vi ha rinunciato ritenendo troppo inique le clausole proposte ovvero vedendosi rifiutata la richiesta. Sotto accusa garanzie, tassi elevati e burocrazia, i principali ostacoli per l’accesso al credito. 

Come è stato impiegato questo denaro? Seppur in calo, l’attività finanziaria ordinaria d’impresa è stata la destinazione principale dei finanziamenti bancari, in particolare al Nord, mentre è aumentata in percentuale la richiesta finalizzata agli investimenti (meno però quelli innovativi). Dai dati Ismea, inoltre, emerge un quadro in chiaroscuro dello stato di salute del settore agricolo. Se da un lato è cresciuta la quota di imprese che hanno dichiarato problemi di liquidità, dal 17 al 28% (in particolare al Centro Nord), l’agricoltura ha mantenuto una performance migliore rispetto all’economia generale. La quota di sofferenze bancarie, ovvero i crediti in condizioni di insolvenza, è inferiore al resto dei settori economici, con l’11,8% d’incidenza rispetto agli impieghi che si rapporta al 15,3% generale. Inoltre, a fronte della contrazione di un punto percentuale dello stock di impieghi complessivi rispetto al 2013, per il settore primario si rileva una crescita dello 0,7%.

 


Foto: Pixabay

Vito Miraglia