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Dop e Igp, in tenuta l’export

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Nel 2013 l’Italia si è confermata leader mondiale nel settore delle produzione Dop e Igp. A farla da padrone è però l’export, mentre il mercato interno, pur tendendo a una graduale stabilizzazione dei consumi, continua a calare. A svelarlo è il rapporto Ismea Qualivita, presentato a Roma nello scorso mese di dicembre.

“Il sistema italiano dei prodotti agroalimentari a denominazione protetta mantiene un buono stato di salute – ha spiegato Ezio Castiglione, presidente di Ismea – Il più 5% delle vendite all’estero conferma il successo del Brand Italia oltre confine, dove gli spazi di crescita restano ampi e incoraggianti”. Oltre un terzo del volume totale prodotto, pari a 1,27 milioni di tonnellate, viene fatti esportato, per un valore di circa 2,4 miliardi di euro. Il fatturato alla produzione è invece di 6,6 miliardi di euro, concentrati per ben l’81% su sole 10 delle 269 denominazioni iscritte nel registro Ue e in calo dell’1,7% a causa del -5,2% registrato dal mercato interno. Il fatturato al consumo si attesta invece a circa 13 miliardi di euro, registrando un – 3,8% sul fronte nazionale.

In totale la produzione certificata è diminuita del 2,7%, soprattutto a causa del – 7% nella produzione degli ortofrutticoli e dei cereali. Anche il certificato degli aceti balsamici ha registrato una lieve flessione (- 0,9%), mentre i formaggi e i prodotti a base di carne sono rimasti stabili e le carni fresche confermano la tendenza all’aumento dell’ultimo triennio, registrando un +14,4%. Dopo il calo del 2012 anche la produzione certificata degli oli extravergini di oliva è aumentata, segnando un +2,1%.

161 dei prodotti iscritti nel registro Ue sono Dop, 106 Igp e 2 Stg. A tutelare le certificazioni sono ben 120 consorzi riconosciuti dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali e 48 Organismi di Certificazione autorizzati, che hanno condotto più di 60 mila ispezioni e oltre 75 mila controlli analitici. “Sfruttare i potenziali significa però agire con maggiore determinazione sulle leve aziendali – ha spiegato Castiglione – in particolare sulla competitività, in un mercato reso nel frattempo più trasparente dal Pacchetto Qualità che, con la protezione ‘ex officio’, impone agli Stati Ue la tutela delle denominazioni d’origine contro i falsi. Cruciale sarà anche l’esito dei negoziati nell’ambito dell’accordo bilaterale con gli Usa. L’inserimento della tutela dei marchi di origine tra i punti fondamentali della trattativa rappresenta un importante passo in avanti, bisognerà adesso tradurlo nei testi attuativi.”

 

Foto: @ La Casara Caseificio Dal 1920 – Flickr

 

s.s.