L’indice mensile dei prezzi alimentari della FAO è rimasto stabile ad ottobre, mentre i prezzi dello zucchero e dell’olio vegetale sono aumentati contrastando il declino dei prezzi dei latticini e della carne. L’Indice dei Prezzi Alimentari è sceso a 192.3 punti, tecnicamente il suo settimo declino mensile consecutivo, ma con un calo marginale dello 0.2% dal livello rivisto di Settembre. Nell’insieme, l’Indice dei Prezzi Alimentari è a sui livelli più bassi dall’Agosto 2010.
L’Indice FAO dei Prezzi Alimentari è un indice ponderato su base commerciale basato sulle medie degli indici dei prezzi di cinque commodities alimentari: cereali, carne, prodotti caseari, oli vegetali e zucchero.
Indice dei prezzi dei cereali
L’Indice dei Prezzi dei Cereali, che era calato drasticamente nel corso dell’estate con la produzione mondiale di grano e mais stimata raggiungere livelli record, è stato largamente stabile a 178.4 punti in Ottobre, poiché i ritardi nel raccolto del mais negli Stati Uniti e le previsioni al ribasso per i raccolti di grano in Australia hanno portato a prezzi più stabili. I prezzi del riso invece sono scesi, con l’arrivo sui mercati di nuova offerta frutto degli ultimi raccolti. Il sub-indice per i cereali è ora più basso del 9.3%, ovvero di 18.2 punti, rispetto ad un anno fa.
Prezzi della carne
Anche i prezzi della carne sono scesi diffusamente, grazie alla ripresa della produzione della carne suina in molti paesi colpiti dalla diarrea epidemica suina e all’aumento delle mandrie di bovini in Australia, che ha fatto scendere i prezzi del manzo. L’Indice FAO dei Prezzi della Carne è sceso dell’1.1%, ovvero di 2.3 punti, da Settembre, per arrivare al livello di 208.9, ancora oltre il 10% sopra il suo livello di un anno prima.
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