Home Economia L’export agroalimentare, segno più ma senza boom

L’export agroalimentare, segno più ma senza boom

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Le esportazioni italiane di prodotti agroalimentari chiudono il primo semestre di quest’anno con un progresso dell’1,6% in valore, determinato esclusivamente dalla buona performance degli alimenti trasformati (+2,6%), a fronte di una battuta d’arresto dell’export agricolo (-2,7%). E’ quanto emerge da un’elaborazione Ismea dei dati Istat che mette a confronto i dati di gennaio-giugno 2014 con quelli dello stesso periodo dell’anno scorso. Seppure a ritmo più lento, se confrontato con i tassi di crescita dell’ultimo triennio (rispettivamente +8,7% nel 2011, +5,6% nel 2012 e +4,8% nel 2013), l’andamento delle vendite oltre frontiera del settore si rivela leggermente migliore rispetto all’export italiano nel complesso (+1,3% nel semestre).

 

Tra i comparti di punta del made in Italy agroalimentare mantengono un buon andamento le esportazioni di formaggi e latticini, con quasi il 10% di aumento, grazie ai segni più dei formaggi grana (+7%), del Pecorino/Fiore sardo (+19%) e del Gorgonzola (+8%). Anche le preparazioni a base di carni suine accelerano il passo, mettendo a segno un aumento del 9% circa, con punte di oltre l’11% per prosciutti, inclusi speck e prodotti affini. Bene all’estero la frutta (+4%) e i prodotti dolciari a base di cacao (+2,8%), mentre l’export vinicolo cresce, ma a un ritmo più lento (+1,4%) a causa di una generale flessione dei prezzi. Per l’olio di oliva e i prodotti della biscotteria e panetteria i primi sei mesi del 2014 hanno fatto segnare incrementi rispettivamente del 2,8% e del 2,6%. Al contrario frena l’export di ortaggi, legumi e frutta trasformati (-0,5%), in un semestre negativo anche per la pasta (-1%) e gli ortaggi freschi (-10%).

 

Foto: Pixabay

co.col.