Cala ancora nella prima parte dell’anno la spesa alimentare delle famiglie. I risultati delle elaborazioni dei dati del Panel famiglie Gfk-Eurisko relativi ai primi sette mesi del 2014 indicano che le famiglie italiane hanno ridotto la spesa destinata ai consumi alimentari domestici dello 0,7% in valore e dell’1% in volumi.
La riduzione della spesa è sostenuta unicamente dai generi alimentari (-0,9%), mentre le bevande segnano una crescita dello 0,8%, determinata dall’aumento della spesa destinata dalle famiglie alle bevande analcoliche e alcoliche (ad esclusione dei vini). Sul fronte dei volumi, il calo risulta lievemente superiore per le bevande (-1,2%), sostenuto in particolar modo dai vini (-2,8%), che per i generi alimentari (-0,9%). Rispetto a quanto registrato a chiusura dello scorso anno, dunque, la contrazione sembra attenuarsi, ma va tenuto presente che il confronto viene fatto con il 2013, l’anno in cui i consumi alimentari delle famiglie italiane hanno registrato la performance peggiore dall’inizio delle crisi.
I segni negativi registrati dal totale agroalimentare, in realtà, sono frutto di dinamiche diversificatenei consumi, ricorda il bollettino di Ismea, delle categorie e dei vari prodotti che le compongono. In evidente calo la spesa destinata dalle famiglie ai prodotti ortofrutticoli freschi e trasformati, che arretra del 3,8% su base annua, cui corrisponde una più leggera diminuzione dei volumi pari all’1,1%. All’interno, l’aggregato che registra le dinamiche peggiori è quello dei prodotti freschi, la cui spesa diminuisce del 4,1% ed i cui volumi perdono l’1%. Il cedimento in valore è da imputare in parte al rallentamento dei prezzi dei prodotti ortofrutticoli freschi, avvenuto nel 2014 e trasmesso dalle fasi a monte della filiera fino al carrello del consumatore. ù
Segni negativi anche per l’ortofrutta trasformata, la cui spesa cala del 2% a fronte di una flessione simile dei volumi (-1,8%), determinate unicamente dal segmento degli ortaggi, legumi e patate (-2,4% in valore, -1,9 in quantità); in controtendenza, invece, frutta e agrumi trasformati che aumentano dell’1,7% in valore e dello 0,2% in volume, sebbene occorre ricordare il peso marginale che copre questo segmento sulla spesa complessiva agroalimentare (0,3% nel 2013). Diminuisce dell’1,6% la spesa indirizzata ai prodotti lattiero-caseari, a fronte di una più consistente riduzione dei volumi pari quasi al 5%.
All’interno dell’aggregato, l’unico segno positivo è quello dei volumi di formaggi, che crescono dello 0,8%, grazie al buon andamento dei duri e dei molli; la spesa cala comunque dell’1%, spinta in basso dai freschi e dai semiduri. Si riducono notevolmente le quantità degli altri derivati (-4,8%) a fronte di una riduzione della spesa più contenuta (-2,9%): calano i consumi di latte, in particolar modo fresco (-6,9% in volume, -5,2% in valore), ma anche a lunga conservazione (-4,4% in volume e -1% in valore); flette anche la spesa destinata allo yogurt dell’1,5% a fronte di una sostanziale tenuta dei volumi (+0,2%).
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co.col.