Home Economia Spesa alimentare: bene carne avicola e bovina. Cede il suino, tiene l’ittico

Spesa alimentare: bene carne avicola e bovina. Cede il suino, tiene l’ittico

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carne avicola

Il calo generalizzato dei consumi alimentari nei primi sette mesi dell’anno, certificato da Gfk-Eurisko, salva in parte solo il settore delle carni. Così, resta per lo più stazionaria la spesa destinata agli acquisti domestici di carni e salumi (+0,2%), a fronte di un lieve incremento dei volumi (+0,9%); in particolare, rispetto ai primi sette mesi del 2013, si registra un aumento quasi di pari entità sia dei volumi (+0,5%), sia del valore (+0,4%) di carni (fresche e surgelate), malgrado le diverse tipologie seguano dinamiche differenti.

 

Bene i consumi di carne avicola, che crescono sia sul fronte dei volumi (+3,1%), sia su quello della spesa (+3,4%); stessa situazione per la carne bovina, sebbene la crescita sia di misura inferiore (+1,6% in volume, +1% in valore); dinamiche opposte per la carne suina che perde il 4,8% in volume ed il 4,5% in valore. Il segmento dei salumi registra una flessione di lieve entità della spesa (-0,4%), a fronte di un incremento del 2,4% dei volumi. A tal proposito, è interessante notare come, all’interno di esso, vadano meglio i salumi certificati DOP/IGP, la cui spesa resta per lo più stazionaria (-0,1%) ed i cui volumi crescono del 3,1%, rispetto a quelli convenzionali (-0,6% la spesa, +2,1% i volumi). Tiene la spesa destinata ai prodotti ittici (+0,1%), a fronte di una lieve crescita dei volumi, pari allo 0,8%; a determinare questa dinamica è soprattutto il segmento del trasformato, che sale dell’1,5% in quantità e dello 0,3% in valore; il segmento fresco, invece, cresce in misura molto lieve solo in quantità (+0,4%), mentre la spesa resta sostanzialmente stabile (-0,1%). Le dinamiche non del tutto sfavorevoli che riguardano questa categoria vanno lette tenendo presente che il confronto viene fatto con un 2013 particolarmente negativo soprattutto per il segmento del fresco.

 Foto: Pixabay

Segni positivi nella categoria denominata “Altri prodotti alimentari”, dove confluiscono uova e dolci, in ragione di una maggiore preferenza accordata dai consumatori ai dolciumi (+2,7% in volume, +2,9% in valore). Nel contempo calano notevolmente i consumi di uova (-2,8% in volume e -3,8% in valore), ma va precisato che il confronto viene fatto con un periodo in cui le uova avevano registrato consumi molto sostenuti, avendo beneficiato di un effetto sostituzione dei più costosi proteici (carni e pesce)

co.col.