L’annata maidicola 2020 si è conclusa con gli ultimi raccolti tra ottobre e novembre e verrà ricordata con soddisfazione dagli agricoltori per l’aspetto produttivo e qualitativo. Anche le fonti ufficiali, a partire dall’Istat, convergono verso un aumento delle rese, che in alcuni casi sfiora o raggiunge la doppia cifra percentuale, attestandosi sui 10,3 t/ha, nonostante una diminuzione delle superfici coltivate.
I dati pubblicati dall’Istat sull’andamento delle coltivazioni vegetali nel 2020 mostrano un modesto calo delle superfici: si segnala infatti una flessione di 24.800 ha, equivalente al -3,9%, con una superficie nazionale a mais da granella di 604.001 ha. Come riportato da Ismea nel report “Tendenze – Mais, soia e orzo” (novembre 2020) sulla base dell’elaborazione dei dati Istat, la produzione raccolta si posiziona a poco meno di 6,2 milioni di tonnellate (-0,9%) con un incremento dei rendimenti unitari che hanno raggiunto 10,3 t/ha nel 2020 contro 10 t/ha dello scorso anno (+3,1%).
I dati Istat indicano, inoltre, un aumento dei consumi di mais da granella: 12.503.842 t nel 2020 contro i 12.340.914 t del 2019 e gli 11.963.882 t del 2018 a conferma dell’importanza di questo cereale per il mercato italiano. Di contraltare, anche quest’anno, le importazioni superano le produzioni per il secondo anno consecutivo (6.612.422 nel 2020, 6.355.483 nel 2019).
L’andamento climatico della campagna appena conclusa ha sicuramente favorito la buona performance delle rese del mais. L’inizio è risultato difficoltoso: le semine sono state effettuate tra la metà di marzo e la fine di aprile in condizioni di prolungata assenza di precipitazioni. Questo ha comportato il ricorso ad irrigazioni precoci e, per ovviare a una mancata efficacia dei diserbanti di pre-emergenza con conseguente presenza di infestanti, si è dovuti intervenire con trattamenti in post-emergenza e irrigazioni ad aspersione, tutto ciò reso particolarmente difficoltoso per il vento persistente. Tali situazioni hanno determinato un aumento dei costi di produzione destando serie preoccupazioni presso gli operatori.
Dopo questa partenza in situazione di grave stress dovuto al deficit idrico, i mesi di giugno e luglio sono stati caratterizzati, mediamente, da buone piogge ben distribuite a intervalli di tempo significativi e assenza di picchi termici elevati e prolungati; le temperature sono risultate vantaggiose per la coltura: entro i 30°C di giorno e notti fresche (t°<20°C). Le precipitazioni di questo periodo hanno limitato la diffusione della piralide, insetto che danneggia in modo molto grave la spiga di questo cereale, favorendo ulteriormente la produzione di mais di buona qualità. I temporali ben distribuiti e le temperature notturne fresche hanno favorito una fase di riempimento efficiente e una buona condizione di stay green.
Dal punto di vista della sanità/qualità della granella, non sono state segnalate presenze diffuse e significative di Fusarium e Aspergillus; date le buone condizioni della coltura. I primi dati raccolti indicano livelli contenuti di micotossine; il monitoraggio della Rete Qualità Mais del Crea di Bergamo è attualmente in corso e potrà fornire i dati definitivi durante la consueta Giornata del Mais che si svolgerà in modalità webinar, il 29 gennaio 2021.
Ringraziamenti
Un ringraziamento a tutti gli operatori della filiera che hanno fornito le informazioni raccolte, in particolare a: Aires (Associazione Italiana Raccoglitori Essiccatori Stoccatori di Cereali e Semi oleosi), Ami (Associazione Maiscoltori Italiani), Capac, Cooperativa Terremerse, Confcooperative Lombardia, Disafa-Università Torino, Ersa Friuli Venezia-Giulia, GLM Gruppo di Lavoro Micotossine.
Foto:Pixabay
Sabrina Locatelli e Chiara Lanzanova – Crea Centro di ricerca Cerealicoltura e Colture Industriali, Bergamo
18-03-2021