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Mangimi, in Europa nel 2013 produzione stabile. Buone prospettive per il 2014

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In Europa nel 2013 sono state prodotte 155 milioni di tonnellate di mangimi, una cifra di poco superiore a quella registrata nel 2012 (154,7 milioni di tonnellate). Una produzione pressoché stabile (+0,2%), dunque, e lo stesso trend dovrebbe essere confermato per il 2014: la buona notizia, considerato il contesto economico complesso in cui si trova attualmente il settore dei mangimi e dell’alimentazione animale, arriva dal 57° meeting annuale della FEFAC, l’European Feed Manufacturers’ Federation, il cui tema quest’anno è stato “Greening the landscape for animal nutrition in Europe”, svoltosi a Liegi (Belgio) il 5 e 6 giugno scorsi.

 

Dal meeting è emerso che mentre i mangimi per suini hanno visto una diminuzione nella produzione pari all’1,4%, quelli per bovini hanno conosciuto un aumento del 2,2% e quelli per il pollame sono rimasti sostanzialmente stabili (+0,3%), confermando la loro posizione di leader del segmento dei mangimi composti. Tra i maggiori Paesi produttori Regno Unito, Polonia e Belgio hanno confermato i buoni risultati registrati nel 2012, con una crescita annua intorno al 3% nel 2013. Sul lato opposto Paesi Bassi, Portogallo e Ungheria hanno conosciuto decrementi nella produzione intorno al 2,5-3%. Tra i primi tre Paesi europei produttori, nel 2013 la Germania si conferma al primo posto seguita dalla Francia al secondo posto e dalla Spagna al terzo.

 

Secondo la FEFAC le prospettive per il 2014 prevedono una stabilizzazione nella produzione di mangimi per pollame e bovini e una leggera riduzione della produzione di mangimi per suini (-1%): nel complesso questo porterebbe a una lieve diminuzione nella produzione di mangimi composti rispetto al 2013 (contrazione che dovrebbe attestarsi tra lo 0.2 e lo 0.5%). Secondo gli esperti i buoni raccolti di cereali che si prospettano in Europa potrebbero incoraggiare l’alimentazione animale “fatta in casa”, andando ad impattare sulla produzione dei mangimi a livello industriale.

 

Tra i fattori che nell’immediato futuro potranno influenzare sia l’offerta di materie prime che gli investimenti nella zootecnia europea, infine, non vanno dimenticate le incertezze legate alla situazione politica in Ucraina sia per quanto riguarda l’impatto dovuto agli accordi di libero scambio, sia per quanto riguarda le concessioni tariffarie per le importazioni di bestiame e l’accesso alle materie prime.

 

Foto: © schiros – Fotolia.com

Miriam Cesta