Quali sono i costi che società e agricoltori pagano a causa della rinuncia alla coltivazione, ma non al consumo, delle piante transgeniche? Questa scelta migliora o peggiora la sostenibilità dell’agricoltura dal punto di vista colturale, ambientale o economico? Su queste domande si confrontano docenti e studiosi italiani ed europei riuniti nel convegno “Il costo della non scienza in agricoltura”, che si terrà il 12 giugno presso l’Aula Maggiore dell’Università di Milano (via Celoria 2 – inizio 9.30 – per maggiori info al link). Il convegno nasce dalla volontà di esaminare le conseguenze della recente regolamentazione italiana, e di molti Paesi europei, contraria alla coltivazione di piante transgeniche, in termini sia di costi diretti (perdita di produzione e qualità, maggiori costi di coltivazione) e indiretti (perdita di benefici ambientali e dei consumatori).
L’evento è promosso dai dipartimenti di Scienze agrarie e ambientali – Produzione, Territorio, Agroenergia e di Bioscienze, in collaborazione con l’Accademia dei Georgofili. Tra i relatori Graham Brookes, economista di PG Economics, Justus Wesseler economista dell’Università di Wageningen; Paolo Borghi, giurista dell’Università di Ferrara; Piero Morandini, biotecnologo vegetale dell’Università di Milano). Le conclusioni saranno introdotte e moderate da Dario Casati, Presidente della Sezione Nord-Ovest dell’Accademia dei Georgofili La partecipazione è gratuita, ma è necessario segnalare la presenza scrivendo a Piero Morandini (indirizzo di posta piero.morandini@unimi.it).
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