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Antibiotici e animali? “Quanto serve e quanto basta”. La farmacoresistenza si evita con un “uso razionale” di farmaci

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Sensibilizzare gli allevatori ad un utilizzo “razionale degli antibiotici”, promuovere la formazione dei medici veterinari e l’informazione per i cittadini e i consumatori, potenziare il monitoraggio per le segnalazione di casi di farmacoresistenza. Sono alcune delle proposte discusse in occasione della tavola rotonda “Quando serve e quanto basta” promossa da Confagricoltura e Aisa Federchimica a Roma che ha avuto al centro il tema della farmacoresistenza e in particolare dell’antibiotico-resistenza, fenomeno preoccupante sia in ambito del benessere animale che della salute umana. I farmaci servono a rendere sicura l’alimentazione umana, ma c’è bisogno di maggiore attenzione e sensibilità nell’uso.

Più informazione – “Il fenomeno della farmacoresistenza è preoccupante per la scarsità di molecole – spiega Gianni Re, professore ordinario in farmacologia e tossicologia veterinaria dell’Università di Torino – perché i germi hanno una capacità e velocità di adattamento tali che l’industria e la scienza non sono in grado di star loro dietro”. La “pressione” esercitata dagli antibiotici sui sistema biologici dei microrganismi determina una selezione di specie più forti e resistenti, scenario a cui si associa la penuria di nuove molecole e nuovi farmaci. “”Presto ci troveremo senza armi per combattere questa situazione”, afferma Re, che pone la distinzione tra resistenza naturale, “quella che porta alla scelta di un farmaco diverso”, alla resistenza acquisita, la più pericolosa perché in questa categoria ci sono i germi resistenti e “sempre più diffusi sono quelli multi-resistenti”, ricorda Re, scenario che condiziona l’efficacia delle terapie. “Tagliare il 50-70% dei farmaci non è la soluzione, la soluzione è usare il farmaco con razionalità”, afferma Re che ricorda anche l’importanza di potenziare la rete di farmacovigilanza, rendendola più sensibile alle segnalazioni di farmacoresistenza che “in Francia e Germania sono qualche migliaia, mentre in Italia sono poche centinaia”. Rassicurazione, ma impegno a lavorare di concerto con i veterinari e l’industria arriva dal presidente di Confagricoltura, Mario Guidi: “La carne italiana è una delle più controllate, solo lo 0,15% degli animali mostra resistenza – afferma Guidi -. Noi non vogliamo nasconderci, ma affrontare la questione della farmacoresistenza”, che è uno dei temi “della sostenibilità che sarà al centro dell’Expo 2015” e che sarà sempre più decisivo quando “la popolazione mondiale raggiungerà i 9 miliardi di persone”. Per questo Guidi rimarca alcune importanti azioni: “Promuovere protocolli informativi, una corretta informazione, l’aggiornamento delle banche dati e non rinunciare al monitoraggio”.

Convinta che il dibattito e l’informazione siano indispensabili è anche la presidente di Aisa, l’Associazione nazionale delle imprese per la salute animale, Chiara Durio, perché “gli antibiotici sono un presidio fondamentale per la salute e il benessere degli animali”. Dopo il position statement prodotto nel 2013 proprio con Confagricoltura, “Aisa continuerà – afferma Durio – nel suo obiettivo di stimolare il dibattito sull’utilizzo razionale degli antibiotici”.

 

 

Foto: © Jeno – Fotolia.com

Cosimo Colasanto