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Razze bovine, ecco l’Italia delle “mille” stalle

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In Italia, nel 2008 il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali (MIPAAF) ha ufficialmente riconosciuto 35 razze e popolazioni bovine (Tabella 1). Di queste, 19 sono dotate di Libro Genealogico mentre le restanti 16 razze sono iscritte al registro anagrafico delle razze bovine autoctone a limitata diffusione (Decreto Ministeriale del 13.01.2009 n.770).
La maggior parte delle razze iscritte al Libro Genealogico sono organizzate in Associazioni di Allevatori (istituite a partire dagli anni ’60-’70) mentre per le altre razze l’istituzione del registro anagrafico, affidato all’Associazione Italiana Allevatori, risale al 1985.
L’obiettivo del registro è quello di salvaguardare e tutelare le razze bovine autoctone non sottoposte ad un piano nazionale di selezione attualmente e a forte rischio di estinzione. In particolare Il registro delle razze autoctone conserva le informazioni genealogiche dei soggetti iscritti al fine della conservazione delle popolazioni, con particolare attenzione al mantenimento della loro variabilità genetica promuovendone al contempo la valorizzazione economica.

Le razze a registro sono infatti depositarie di caratteristiche uniche, spesso perse nelle razze cosmopolite, e riconducibili a rusticità, resistenza ai cambiamenti climatici, longevità, resistenza alle patologie, elevata fertilità e produzioni a basso costo. Tali razze sono inoltre legate a produzioni tipiche con caratteristiche organolettiche uniche che le rendono strettamente legate al territorio di origine.

 

 

Agerolese

Jersey

Pustertaler

Bianca Val Padana o Modenese

Limousine

Reggiana

Bruna Italiana

Marchigiana

Rendena

Burlina

Maremmana

Romagnola

Cabannina

Modicana

Sarda

Calvana

Pezzata Rossa d’Oropa

Sardo Bruna

Charolaise

Pezzata Rossa Italiana

Sardo Modicana

Chianina

Piemontese

Valdostana Castana

Cinisara

Pinzgauer

Valdostana Pezzata Nera

Frisona Italiana

Mucca Pisana

Valdostana Pezzata Rossa

Figura 1. Principale area di origine delle razze bovine presenti in Italia

 


Analizzando la distribuzione territoriale delle singole razze si evidenzia come quelle numericamente più abbondanti ad indirizzo produttivo latte e iscritte ai Libri Genealogici siano diffuse praticamente in tutto il territorio nazionale (razza Frisona Italiana, Bruna, Pezzata Rossa Italiana e Jersey). Le altre razze da latte o duplice attitudine dotate di Libro genealogico (Valdostana, Grigio Alpina, Rendena e Reggiana) e quelle iscritte al Registro Anagrafico delle razze bovine autoctone hanno una diffusione più limitata e, soprattutto per quelle di registro, l’area di diffusione è riconducibile alle aree di origine (Figura 1).

Nell’ambito delle razze bovine italiane da carne iscritte a Libro Genealogico la razza Marchigiana è presente principalmente nelle regioni Marche, Abruzzo, Campania, Lazio e Molise; la razza Chianina in Toscana, Umbria e Lazio; la razza Romagnola in Emilia Romagna e in numerosità molta più limitate in Toscana, Puglia e Basilicata; la razza Maremmana nel Lazio e in Toscana, la razza Podolica in Basilicata, Calabria, Campania e Puglia e la razza Piemontese principalmente in Piemonte.
Per le razze bovine da carne Limousine e Charolaise le principali aree di diffusione sono Sicilia, Sardegna, Lazio, Toscana, Emilia Romagna e Basilicata per la prima e Sicilia, Lazio e Sardegna per la seconda.

Dall’esame della distribuzione territoriale delle razze iscritte al registro Anagrafico si osserva che le razze autoctone Sarda, Sardo Bruna e Sardo Modicana sono presenti esclusivamente in Sardegna, le razze Modicana e Cinisara in Sicilia, la razza Agerolese in Campania, la razza Burlina in Veneto e Campania, le razze autoctone Calvana, Pontremolese, Garfagnina e Mucca Pisana in Toscana, la razza Pustertaler in Piemonte e in Trentino Alto-Adige, la razza Pezzata Rossa d’Oropa in Piemonte, la razza Varzese-Tortonese-Ottonese in Lombardia, Liguria ed Emilia Romagna, la razza Modenese in Emilia Romagna e Lombardia e la razza Cabannina in Liguria, Piemonte e Lombardia.


L’attività dell’Associazione – L’Associazione Italiana Allevatori (A.I.A.) sviluppa l’attività dei controlli funzionali sulla base di un programma quinquennale in linea con quanto previsto in materia dal “Programma dei controlli funzionali svolti dalle Associazioni Provinciali degli Allevatori per ogni specie” del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali (Mipaaf).
I dati di controllo funzionale rilevati nelle singole aziende socie sono oggetto di verifica e certificazione da parte dell’Ufficio Centrale dei Controlli della Produttività Animale dell’Associazione Italiana Allevatori (U.C.C.P.A.). I controlli della produttività sono svolti conformemente all’apposito regolamento nonché in base a successive normative introdotte dal Comitato Tecnico Centrale (C.T.C.) del latte ed in linea con i principi stabiliti dall’ICAR (International Committee for Animal Recording).

 

Bovini da carne

2007

2008

2009

2010

2011

2012

 

 

Capi controllati (n°)

270.430

268.950

291.722

327.698

311.110

337.530

Allevamenti (n°)

10.358

10.387

11.253

12.224

11.682

12.494

Capi/Allevamento

26.1

25.9

25.9

26.8

26.6

27.0

 


Dall’analisi della tabella seguente, le 19.329 aziende controllate dall’AIA, pari al 52,4% del totale delle aziende che hanno conferito latte nel periodo 2011/2012, hanno prodotto il 77,1% del latte commercializzato. Tale risultato avvalora da un lato l’importanza dell’attività di selezione basata sui controlli funzionali e dall’altro l’attività svolta negli anni dal Sistema Allevatori che fornisce, grazie al costante monitoraggio della produttività dei capi e della qualità del prodotto, uno strumento a sostegno del reddito per gli allevatori.

 

 

ANNO

AZIENDE

PRODUZIONE

(,000 t)

AZIENDE

CAPI

PRODUZIONE

(,000 t)

LATTE CONTROLLATO AIA

 

 

2000/01

67.615

10.679

24.976

1.290.423

7.963,7

74,6%

2001/02

63.858

10.989

24.429

1.340.508

8.223,9

74,8%

2002/03

60.465

11.241

23.946

1.358.778

8.364,7

74,4%

2003/04

57.187

11.015

23.292

1.345.517

8.179,7

74,3%

2004/05

52.674

10.926

22.526

1.341.863

8.518,3

78,0%

2005/06

49.168

11.154

22.011

1.340.569

8.584,7

77,0%

2006/07

46.297

11.139

21.483

1.336.689

8.693,7

78,0%

2007/08

43.861

11.105

20.970

1.337.872

8.646,9

77,9%

2008/09

42.038

10.897

20.606

1.344.733

8.647,9

79,4%

2009/10

40.199

10.876

20.208

1.363.556

8.779,5

80,7%

2010/11

38.442

11.002

19.865

1.387.679

8.603,0

78,2%

2011/12

36.909

11.247

19.329

1.390.682

8.676,0

77,1%

 

Campagna AGEA: 1° apr-31 mar

Campagna AIA: 1° ott-30 set

 

 

Foto: © Mexrix – Fotolia.com

 

Manolo Cappelloni, PhD – Associazione Italiana Allevatori