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Siccità: avanzano le colture biotech che resistono alla mancanza d’acqua

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La penuria d’acqua sarà una delle sfide maggiori con cui si confronterà l’umanità nei prossimi anni. L’agricoltura sta già facendo passi avanti per cercare nuove varietà in grado di svilupparsi in condizione di siccità, così da consumare meno risorse idriche ed essere coltivabili anche dalle popolazioni che hanno problemi di approvvigionamento. Sono già 2.000 gli agricoltori che nella Corn Belt americana hanno piantato la prima specie di mais resistente alla siccità su 50.000 ettari, mentre l’Indonesia, il quarto Paese più popoloso del mondo, ha sviluppato e approvato la coltivazione della prima varietà di canna del zucchero antisiccità il cui raccolto sarà commercializzato a partire da quest’anno. “Le colture biotecnologiche stanno dimostrando il loro valore globale come risorsa per gli agricoltori con minori mezzi che devono affrontare una diminuzione di acqua o un aumento dei problemi dati da parassiti o specie infestanti”, spiega Clive James dell’International Service for the Acquisition of Agri-Biotech Applications (ISAAA) autore del rapporto sulle coltivazioni biotech a livello globale. 

 Passando ad altri continenti, in Africa sono tati avviati progetti di coltivazione di mais resistente alla siccità mediante il piano Water Efficient Maize for Africa (WEMA), un progetto che vede anche la collaborazione di finanziatori privati, come le fondazioni Gates e Buffett e le aziende Monsanto e BASF e l’African Agricultural Technology Foundation (AATF). La prima piantagione di mais è prevista entro il 2017.

 

Foto: Pixabay

c.c.