Con la diffusione dei risultati dell’indagine campionaria sulle consistenze di bovini, bufalini e suini effettuata dall’Istat e riferiti al 1 giugno 2013, unitamente alla disponibilità di dati per il 1° semestre 2013 sulle macellazioni a carni bianche e rosse, nonché sul commercio estero di carni e animali vivi, è possibile tracciare un provvisorio bilancio sulla disponibilità di carni in Italia.
Gli allevamenti di bovini, bufalini e suini – In controtendenza con le dinamiche accertate negli ultimi anni, gli allevamenti bovini al 1 giugno 2013 risulterebbero complessivamente pari a 5,7 milioni di capi, registrando quindi un incremento di 164 mila capi (+3,0% rispetto all’analogo mese 2012). Le stime Istat indicano tale incremento ascrivibile maggiormente alla categoria dei bovini da 1 a meno di 2 anni (+7,1%), ed in particolare ai bovini-femmine da reddito. Anche i bovini di meno di 1 anno con 1,5 milioni di capi spunterebbero un incremento del 4,6%, mentre la situazione per i bovini di 2 anni e più risulterebbe più o meno invariata, con incrementi per vacche da latte (+1,6%) ed altre vacche (+4,9%) controbilanciati dalla flessione subita dalle manze e giovenche da allevamento (-8,4%). Trend negativo, al contrario, per i bufalini, per i quali, attestatisi a 363 mila capi, le stime mostrano una flessione del 6,3%. Marcata diminuzione, invece, per i suini, con un calo complessivo di 615 mila capi (-6,6%), imputabile quasi esclusivamente alle categorie di peso inferiore a 50 kg.
La produzione nazionale di carni – I dati Istat sulle macellazioni a carni rosse indicano che nel 1 semestre 2013 le macellazioni hanno prodotto complessivamente 1.283 mila tonnellate di carni-peso morto (-4,6% rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente). A livello di specie di bestiame, sono stati avviati al macello complessivamente poco più di 1,4 milioni di bovini, registrando così una significativa flessione (-12,3%), con una produzione di carni di 409 mila tonnellate in peso morto (-11,8%). Al loro interno le maggiori flessioni interessano i vitelloni in complesso (-16,1%) con una produzione di carne pari a poco più di 829 mila tonnellate (-13,7%), seguiti dai vitelli (-9,2%) per 51,4 mila tonnellate di carne (-12,9%). Significative riduzioni anche per le macellazioni dei bufalini, risultate pari a poco più di 28 mila capi (-28,4%) e 5,8 mila tonnellate di carne ottenuta (-19,3%). Dinamica lievemente regressiva anche per le macellazioni di suini con 6,7 milioni di capi (-2,6%), dalle quali sono state ottenute circa 842 mila tonnellate di carni (-0,1%). Le macellazioni complessive di ovi-caprini, con 1,7 milioni di capi per 18,1 mila tonnellate, mostrano decrementi significativi rispettivamente del 26,3% e 11,1%. Infine, è da segnalare le marcate flessioni per gli equini, pari a -32,0% e -25,1%.
Le macellazioni a carni bianche hanno prodotto in complesso 638 mila tonnellate, con una flessione dell’1,5% rispetto allo stesso semestre 2012. Nel dettaglio, sono stati avviati alla macellazione poco più di 271 milioni di capi avicoli con una produzione di carne pari a 619,4 tonnellate, registrando, così, decrementi pari rispettivamente a -1,6% e 1,4%. La quasi totalità di tali macellazioni è ascrivibile alle categorie di polli e galline (254 milioni di capi per 458 mila tonnellate di carni). Dinamica regressiva anche per le carni di coniglio e selvaggina, che con 18,9 tonnellate di quantità prodotte risultano diminuite del 3,7%
L’interscambio di animali vivi e carni – L’interscambio di carni (fresche e congelate) e frattaglie commestibili evidenzia una situazione pressoché stabile per le nostre importazioni, a fronte di una flessione significativa per le vendite all”estero. Nel complesso l’Italia ha importato carni e frattaglie per 728 mila tonnellate (-0,2% ) con un esborso di 2.122 milioni di euro (-0,5%), mentre le esportazioni, con 198 mila tonnellate e 506 milioni di euro di introito, hanno registrato rispettivamente -6,3% e -4,7%. In base a tali dinamiche differenziate, l’ importazione netta risulta aumentata del 2,2% in quantità ma diminuita dello 0,9% in valore. I diminuiti acquisti all’estero interessano tutti i tipi di carni considerati, ad eccezione delle carni di pollame. In particolare, l’Italia ha importato circa 195 mila tonnellate di carni bovine (-4,2%) e poco meno di 474 mila tonnellate (+1,4%) di carni suine.
Parimenti, anche per gli altri tipi di carni, gli acquisti risultano in flessione. Per quanto riguarda le vendite all’estero, invece, si evidenziano flessioni più o meno significative per tutti i tipi di carni, ed in particolare per quelle bovine (-4,4%), suine (-11,8% ), e per quelle di pollame (-2,2%) con poco più di 72 mila tonnellate (36,6% delle vendite complessive di carni e frattaglie). Cali generalizzati anche per le importazioni di animali vivi, ad eccezione del pollame (circa 6 milioni di capi, pari al +23,9%). Le flessioni più marcate interessano i suini importati per poco più 460 mila capi (-18,9%) e gli ovi-caprini (501 mila capi, pari al -11,9%). Le importazioni di bovini, per 560 mila capi, risultano diminuite del 5,4% Al contrario, sensibili miglioramenti sul fronte delle vendite all’estero. Tutti i tipi di animali considerati registrano incrementi, ad eccezione del pollame. Questo tipo di animali, unitamente ai bovini, costituiscono la quasi totalità delle nostre vendite all’estero di animali vivi. Al riguardo, infatti, nei primi sei mesi 2013 sono stati esportati circa 26 mila bovini con un incremento dell’8,5% rispetto al pari periodo dell’anno precedente, mentre il pollame, con 9,9 milioni di animali venduti (soprattutto pulcini), subisce una flessione dell’8,7%
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Bruno Massoli – Statistico