Il prezzo del grano statunitense è salito per la seconda volta consecutiva, attestandosi a 6,96 dollari per ¾ di bushel e sfiorando la sua quotazione più alta dallo scorso giugno (6,98 dollari a bushel). Il motivo? Le piogge che hanno tormentato Russia e Ucraina aumentando le preoccupazioni sulle forniture mondiali. “Si parla – spiega Brett Cooper, direttore marketing di INTL FCStone Australia – di circa 7 milioni di tonnellate di produzione persi”.
Rispetto alle previsioni ufficiali le piogge ridurranno di un quinto il terreno disponibile per le coltivazioni invernali e, di conseguenza, i raccolti potrebbero diminuire. Al 7 ottobre solo 8,7 milioni di ettari del suolo russo sono stati seminati, Un’area pari al 53% di quella prevista e decisamente inferiore rispetto ai 12,8 milioni di ettari seminati alla stessa data dello scorso anno. Per lo stesso motivo in Ucraina il raccolto potrebbe diminuire di un terso, passando dai 22 milioni di tonnellate di quest’anno ai 15 milioni previsti per il prossimo anno.
La situazione del mais non è invece cambiata molto (attualmente il prezzo è di 4,49 dollari per ½ bushel), mentre il mercato della soia ha registrato guadagni modesti (+0,5%, 13,02 dollari per ¾ di bushel) e raccolti superiori rispetto alle previsioni (si stima una resa di 42,4 bushel per acro, per un totale, al 20 settembre, di 3,224 miliardi di bushel). Le scarse provviste cinesi fanno invece raggiungere un record alla farina di soia, aumentata dell’1,8%.
Secondo la Reuters al 6 di ottobre il raccolto di mais statunitense è stato completato al 20%. Quello della soia sarebbe invece intorno al 22%.
Foto: Pixabay
Silvia Soligon