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Rapporto Fao-Ocse:entro il 2022 la Cina sarà il maggior consumatore mondiale di carne suina

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La Cina, con un quinto della popolazione mondiale, con una crescita del reddito elevata e un settore agro-alimentare in rapida espansione, avrà una grande influenza sui mercati mondiali. La Cina dovrebbe rimanere autosufficiente per quanto riguarda le principali coltivazioni alimentari, anche se si prevede che nel prossimo decennio la produzione rallenterà a causa della crescente pressione sulle risorse idriche, sulla terra disponibile e sulla manodopera rurale. 
Secondo il rapporto la crescita dei consumi in Cina supererà la sua crescita produttiva di circa lo 0,3% l’anno, indice di un’ulteriore seppure modesta apertura del settore agricolo del paese. Nel corso dei prossimi dieci anni si prevede che le importazioni di semi oleosi aumenteranno del 40%, raggiungendo una quota pari al 59% del commercio mondiale. 
Continueranno ad espandersi sia il settore lattiero-caseario che quello delle carni, e questo si tradurrà in maggiori importazioni di cereali foraggeri. 
La Cina riuscirà a rimanere autosufficiente per quanto riguarda le principali colture alimentari, anche se la crescita della produzione si prevede rallenterà nel prossimo decennio.  Secondo il rapporto tuttavia dovrebbero essere attentamente monitorati e affrontati alcuni fattori d’incertezza, per esempio la sostenibilità di livelli di crescita economica così elevati, la pressione sulle risorse, il degrado del territorio, l’esaurimento delle risorse idriche, e una maggiore variabilità della produzione a causa del cambiamento climatico. 
Secondo le stime della FAO, la sicurezza alimentare in Cina è migliorata, con il numero dei sottonutriti calato dal 1990 ad oggi di quasi 100 milioni di unità, nonostante la popolazione sia cresciuta di 200 milioni. Garantire la sicurezza alimentare dei circa 158 milioni di persone ancora denutriti rimane una sfida importante, avverte tuttavia il rapporto.
“La produzione agricola della Cina – ha dichiarato il Direttore Generale Fao Graziano da Silva – ha fatto straordinari passi. Dal 1978, il suo volume è quasi quintuplicato e il paese ha compiuto progressi significativi verso la sicurezza alimentare. La Cina è sulla buona strada nel raggiungimento del primo obiettivo di sviluppo del millennio di ridurre la fame. 
Ma mentre la produzione della Cina si è ampliata e sono migliorati i livelli di sicurezza alimentare, alcune questioni concernenti l’ambiente e lo sfruttamento delle risorse richiedono maggiore attenzione. Anche l’espansione del settore zootecnico potrebbe trovarsi di fronte una serie di sfide da affrontare. Siamo felici di lavorare con la Cina per trovare insieme soluzioni valide e durature”. 

Da qui al 2022 la Cina diventerà il più grande consumatore a livello mondiale di carni suine su base pro capite, superando l’Unione europea, ed il paese dovrebbe riuscire a mantenere il primato a livello mondiale nel settore dell’acquacoltura con il 63% della produzione globale, rimanendo il maggiore esportatore di pesce. È quanto emerge dal rapporto congiunto FAO/OCSE The OECD-FAO Agricultural Outlook 2013-2022.

 


La Cina, con un quinto della popolazione mondiale, con una crescita del reddito elevata e un settore agro-alimentare in rapida espansione, avrà una grande influenza sui mercati mondiali. La Cina dovrebbe rimanere autosufficiente per quanto riguarda le principali coltivazioni alimentari, anche se si prevede che nel prossimo decennio la produzione rallenterà a causa della crescente pressione sulle risorse idriche, sulla terra disponibile e sulla manodopera rurale. 

 


Secondo il rapporto la crescita dei consumi in Cina supererà la sua crescita produttiva di circa lo 0,3% l’anno, indice di un’ulteriore seppure modesta apertura del settore agricolo del paese. Nel corso dei prossimi dieci anni si prevede che le importazioni di semi oleosi aumenteranno del 40%, raggiungendo una quota pari al 59% del commercio mondiale. 
Continueranno ad espandersi sia il settore lattiero-caseario che quello delle carni, e questo si tradurrà in maggiori importazioni di cereali foraggeri. 


La Cina riuscirà a rimanere autosufficiente per quanto riguarda le principali colture alimentari, anche se la crescita della produzione si prevede rallenterà nel prossimo decennio.  Secondo il rapporto tuttavia dovrebbero essere attentamente monitorati e affrontati alcuni fattori d’incertezza, per esempio la sostenibilità di livelli di crescita economica così elevati, la pressione sulle risorse, il degrado del territorio, l’esaurimento delle risorse idriche, e una maggiore variabilità della produzione a causa del cambiamento climatico. 
Secondo le stime della FAO, la sicurezza alimentare in Cina è migliorata, con il numero dei sottonutriti calato dal 1990 ad oggi di quasi 100 milioni di unità, nonostante la popolazione sia cresciuta di 200 milioni. Garantire la sicurezza alimentare dei circa 158 milioni di persone ancora denutriti rimane una sfida importante, avverte tuttavia il rapporto.


“La produzione agricola della Cina – ha dichiarato il Direttore Generale Fao Graziano da Silva – ha fatto straordinari passi. Dal 1978, il suo volume è quasi quintuplicato e il paese ha compiuto progressi significativi verso la sicurezza alimentare. La Cina è sulla buona strada nel raggiungimento del primo obiettivo di sviluppo del millennio di ridurre la fame. 
Ma mentre la produzione della Cina si è ampliata e sono migliorati i livelli di sicurezza alimentare, alcune questioni concernenti l’ambiente e lo sfruttamento delle risorse richiedono maggiore attenzione. Anche l’espansione del settore zootecnico potrebbe trovarsi di fronte una serie di sfide da affrontare. Siamo felici di lavorare con la Cina per trovare insieme soluzioni valide e durature”. 

 Foto: Pixabay

Redazione