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Le piante gm resistenti agli insetti aumentano le rese del mais e le rendono più stabili

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Le piante di mais che contengono i geni per la resistenza all’attacco da parte degli insetti garantiscono rese maggiori. Non solo, la produttività di queste coltivazioni è costante indipendentemente dall’annata e dall’area geografica in cui le piante vengono seminate. A dimostrarlo è una serie di esperimenti condotti nell’arco di 5 anni lungo tutta la zona di coltivazione dei cereali degli Stati Uniti.

 

I risultati di questi studi, pubblicati sulle pagine di Nature Biotechnology, hanno permesso di gettare luce sull’insieme di dati, spesso contrastanti fra loro, raccolti nel corso degli anni. Se, infatti, è stato ampiamente dimostrato che gli ibridi di mais in cui sono stati introdotti i geni per la resistenza sono effettivamente più resistenti all’attacco di lepidotteri e coleotteri, i benefici della coltivazione di queste piante geneticamente modificate sulle rese non sono sempre stati chiari. In particolare, a seconda dell’anno in cui sono stati condotte le sperimentazioni e al luogo prescelto per la coltivazione sono state riscontrate variazioni – a volte anche ampie – nella produttività. Secondo gli scienziati questa variabilità dipende dai cambiamenti nelle popolazioni di insetti – che si traducono in una variabilità dei danni indotti sulle piante – e dall’interazione tra i danni causati dagli insetti e le condizioni meteorologiche.

 

Tuttavia, i programmi commerciali di incrocio di mais hanno offerto la possibilità di valutare le rese di milioni di appezzamenti di terreno all’anno, consentendo di osservare gli effetti sulla produttività durante diversi anni e in diverse aree geografiche. In questo modo gli autori dello studio hanno stimato che nel solo 2010 la coltivazione di piante transgeniche ha aumentato di 8,4 milioni di tonnellate le provviste di cereali degli Stati Uniti.

 

Foto: Pixabay

Silvia Soligon