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Il quadro dell’acquacoltura in Italia: trote stabili, mitili in discesa

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Trote, spigole e orate nel caso della piscicoltura, mitili e vongole veraci nella molluschicoltura. La produzione di pesci allevati in Italia negli ultimi 5 anni è rimasta «sostanzialmente stabile», mentre per quanto riguarda l’allevamento dei molluschi si è registrata «una flessione produttiva per i mitili e una stabilità per le vongole veraci». Il giudizio sull’acquacoltura italiana emerge dal REF 2011, il Rapporto Economico Finanziario 2011dell’Ismea, l’Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare: «L’acquacoltura italiana è caratterizzata da una rilevante diversificazione in termini di sistemi produttivi e di tecnologie adottate. Meno varia appare la produzione, che si concentra in modo particolare su cinque specie: trote, spigole e orate nel caso della piscicoltura; mitili e vongole veraci nella molluschicoltura».  


La piscicoltura. Dai dati raccolti dall’Ismea emerge che le trote risultano la specie più allevata (55,3% del totale nel 2009), seguite dalle spigole (13,2%) e dalle orate (12,9%). Di queste, solo le trote hanno registrato nel 2009 un incremento della produzione rispetto all’anno precedente (+4,1%); la produzione di orate e di spigole, invece, risentendo pesantemente della concorrenza dei prodotti greci e turchi a basso costo, è rimasta ai livelli del 2008. Due specie meno popolari, cefali e anguille, hanno fatto registrare opposte tendenze: mentre da un lato, infatti, l’allevamento dei cefali ha conosciuto un aumento dell’8,6%, dall’altro il comparto dell’anguillicoltura – ormai circoscritto a pochissime realtà produttive – ha fatto registrare una flessione del 12,5% (Checkup Ismea 2010 – Il mercato ittico in Italia). Una produzione che, tra anni più o meno fortunati, nell’arco dell’ultimo quinquennio può essere considerata secondo il REF 2011 «sostanzialmente stabile».

 

L’allevamento dei molluschi. Rispetto alla piscicoltura, la molluschicoltura presenta una diversificazione delle strutture produttive meno accentuata e un’organizzazione produttiva di base che non richiede importanti investimenti. Stando al REF 2011, «il quinquennio in esame ha mostrato una flessione produttiva per i mitili e una stabilità per le vongole veraci», nonostante nel 2009 sia stato registrato un sensibile calo nella produzione di vongole veraci filippine (-16%).

 


Il mercato. Negli ultimi cinque anni i costi connessi alla  piscicoltura, dovuti soprattutto a  mangimi ed energia, hanno mostrato sensibili incrementi. I prezzi alla produzione non sempre hanno potuto seguire la stessa dinamica, si legge nel REF 2011, sia «per evitare un atteggiamento sfavorevole della grande distribuzione organizzata di fronte a rialzi significativi, sia per non aggravare la già difficile posizione competitiva nei confronti del prodotto importato. Solo nel 2010 le aziende hanno ritoccato i prezzi per recuperare una certa marginalità».
 

 

I consumi. Nel quinquennio 2005-2010 «i consumi domestici di prodotti freschi hanno segnato una sostanziale tenuta e all’interno di questo comparto si è rilevata la buona performance di orate e spigole, favorita però anche dalla massiccia presenza di prodotto di importazione a basso prezzo – si legge nel REF 2011 -. Nel medio periodo emerge anche la dinamica positiva delle richieste di vongole, mentre per quanto riguarda i mitili la domanda risulta stagnante. I dati sui consumi di trote bianche e salmonate sembrano indicare un progressivo allontanamento degli acquirenti da questi prodotti a vantaggio di altri, come il salmone, ritenuti migliori nell’immaginario dei consumatori».

 

Foto: Pixabay

Miriam Cesta