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Assalzoo: mangimistica e zootecnia in crescita nonostante la crisi, «ma necessari forti segnali di sostegno»

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Due settori in crescita, nonostante la crisi: i mangimi per animali e la zootecnia hanno fatto registrare, nell’ultimo anno, un incremento nella produzione. I dati sono stati presentati a Bologna nel corso dell’Assemblea annuale di Assalzoo, l’Associazione Nazionale tra i Produttori di Alimenti Zootecnici.



La mangimistica –
Negli ultimi due anni si è registrato un incremento della produzione pari al 4,7 per cento. Da evidenziare, nel corso del 2011, il forte incremento della produzione di alimenti per ovini (+10,4 per cento) e per suini (6,8 per cento); in aumento anche i mangimi per bovini (+2 per cento); negativa, invece, la produzione di mangimi per conigli (-4,8 per cento) e per equini (-3,5 per cento). Per un totale, nel 2011, di 14.522.000 tonnellate. «La produzione complessiva di mangimi ha toccato il livello massimo mai raggiunto prima nella storia del settore che, nonostante le gravi difficoltà generali – ha spiegato Silvio Ferrari, Presidente uscente di Assalzoo – conferma ancora una volta buone capacità di reazione, consolidando il suo ruolo chiave all’interno della filiera zootecnica. Ma il ruolo dell’industria mangimistica – ha continuato Ferrari – appare rafforzato anche da un altro importante fattore: la credibilità di un settore capace di fornire prodotti con un alto standard qualitativo».



La zootecnia – I dati mostrano anche la crescita, seppure lieve, del numero di capi allevati per le principali specie animali: gli avicoli +1,4 per cento; i bovini sfiorano il +1 per cento; gli ovini il +0,8 per cento; i suini il +0,3 per cento, pur se con i capi da riproduzione in leggero calo. «Non sono dati eclatanti ma, in un panorama di recessione, questo trend in controtendenza va visto positivamente – ha osservato Ferrari -. Del resto margini di crescita potenziale ce ne sono ancora e non sono trascurabili, se si considera che il nostro Paese, fatta eccezione per le carni avicole e le uova, è costretto a importare quote rilevanti di carni bovine, suine, latte e pesce per far fronte al proprio fabbisogno interno».



Necessari segnali di sostegno – «Sullo sviluppo delle potenzialità dell’allevamento nazionale – ha affermato Ferrari – vorremmo richiamare l’attenzione e la particolare competenza dell’attuale Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, Mario Catania. Sappiamo che in questo particolare momento è difficile chiedere incentivi, ma crediamo che un minimo sforzo sia necessario per dare un maggiore impulso all’attività zootecnica del nostro Paese». Diverse, spiega Ferrari, le questioni con le quali il comparto mangimistico e zootecnico troverà a confrontarsi nel breve periodo. Tra queste, l’articolo 62 del Decreto liberalizzazioni, che introduce una disciplina in materia di cessione dei prodotti agricoli e agroalimentari, stabilendo in 60 giorni i tempi massimi entro cui effettuare i pagamenti: «Una disciplina che dovrà trovare applicazione entro il 24 ottobre prossimo – ha spiegato Ferrari – e, seppure vista da alcuni come una limitazione alla libertà contrattuale delle parti, appare necessaria per tentare di rimediare alla pessima prassi, diffusa nel nostro Paese, di dilatare in modo insostenibile i tempi di pagamento delle forniture». Importante per il futuro dell’agricoltura e della zootecnia, continua Ferrari, è poi la riforma della Politica Agricola Comune (PAC), che dovrebbe entrare in vigore dal 2014: «Tra i punti che ci preoccupano, voglio richiamare per primo quello della sicurezza degli approvvigionamenti, che per un’industria di prima trasformazione come la nostra diventa un requisito addirittura vitale». Infine, la questione ‘autotrasporto in conto terzi’: «Un servizio determinante per il nostro settore di industria – ha concluso il Presidente uscente di Assalzoo – che movimenta ogni anno circa 30 milioni di tonnellate di merci, tra materie prime e prodotto finito. Quella su gomma costituisce l’unica modalità di trasporto utilizzabile per la consegna dei mangimi, e l’imposizione di un sistema di tariffe obbligatorie per il pagamento di tale servizio, reintrodotto a partire da giugno 2011 e ulteriormente inasprito nel novembre scorso, ha rappresentato per le nostre aziende un aggravio di costo insostenibile. Una vera e propria imposizione, che pone il nostro Paese fuori dall’Europa e che, oltretutto, è in totale contrasto con il principio della libera concorrenza e della libera trattativa tra le parti».

m.c.