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Deforestazione: dai biocarburantiil pericolo peggiore per l’Amazzonia

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L’impatto dell’aumento delle coltivazioni di soia e di piante destinate alla produzione di biocarburanti sulla deforestazione dell’Amazzonia è molto più complesso rispetto a quanto si potesse pensare. La problematica è stata ampiamente trattata in uno studio statistico pubblicato sulla rivista Environmental Research Letters.

 

L’analisi, condotta dai ricercatori dell’Università del Texas di Austin (Stati Uniti) e della Michigan State University di East Lansing (Stati Uniti), ha riguardato dati raccolti tra il 2003 e il 2008 e ha rilevato uno stretto legame nelle regioni confinanti con l’Amazzonia tra la deforestazione e la sostituzione dei pascoli con campi di soia e piante per biocarburanti. Anche se, secondo il governo brasiliano, le coltivazioni sono state impiantate su pascoli in degrado, i dati elaborati dai ricercatori indicano che molti di questi campi si sono insinuati nella savana confinante con l’Amazzonia, utilizzata per l’allevamento. E la conseguenza è stata la deforestazione di queste zone, con successiva migrazione degli animali nella foresta. “Oggi l’Amazzonia ha 79 milioni di capi di bestiame – precisa Marcelus Caldas, coordinatore del lavoro -, 15 anni fa ne aveva meno di 10 milioni. Questo significa che c’è un problema con lo spostamento del bestiame nelle foreste”. Secondo i ricercatori una riduzione della produzione di soia del 10% nei 39.000 chilometri quadrati di nuove coltivazioni potrebbe ridurre la deforestazione dell’Amazzonia di quasi 26.000 chilometri quadrati, cioè del 40%. Caldas si augura che questi dati possano spingere i politici ad attuare provvedimenti che rallentino la deforestazione.

 

Tuttavia è improbabile che il fenomeno si arresti completamente: tra i motivi, ad esempio, la forte richiesta dei prodotti dei campi brasiliani. E se, come previsto, aumenterà la richiesta mondiale di cibo a basso costo di produzione, il Brasile rischia di estendere ulteriormente le coltivazioni, aggravando il fenomeno della deforestazione.

 

Foto: Pixabay

Silvia Soligon