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Fefac, con la Carta per la sostenibilità la mangimistica al fianco dell’Ue nella transizione verde

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Nei prossimi dieci anni il settore mangimistico europeo vuole dare un contributo determinante alla realizzazione di un sistema agroalimentare più sostenibile. La sostenibilità è infatti un valore che attraversa tutta la filiera, a partire dai suoi primi anelli, quelli che vedono in campo proprio i mangimisti con la fornitura di alimenti sicuri, nutrienti e di qualità. Fefac, la Federazione dei Produttori europei di mangimi, da sempre assiste gli associati nell’adozione di pratiche efficaci per ottenere questo tipo di prodotti nel rispetto dell’ambiente. Ma non basta. La nuova sfida che il settore ha di fronte è quella della sostenibilità, una sfida lanciata a livello europeo dalla Commissione europea con il Green Deal e alla quale la federazione risponde con la Carta per la Sostenibilità dei mangimi 2030

Il documento, presentato nel corso dell’ultimo congresso della federazione, è un’altra delle risorse con cui Fefac sostiene l’attività dei mangimisti europei. Un sistema agroalimentare sostenibile, come quello verso cui la Commissione europea vuole transitare, non può prescindere da una zootecnia efficiente. E per questo la mangimistica ha un ruolo fondamentale: nella lotta ai cambiamenti climatici, nel contrasto all’antibiotico-resistenza, nella riduzione del rischio di deforestazione e nella tutela della biodiversità.

La mangimistica è quindi chiamata a ridefinire pratiche e processi produttivi nel segno di una maggiore sostenibilità. Ogni anno, fino al 2030, Fefac pubblicherà un report valutativo sugli impegni realizzati dai suoi membri, tra i quali Assalzoo, verso il raggiungimento degli obiettivi definiti dalla Carta, ricorrendo a indicatori chiari come, ad esempio, la percentuale di mangimi derivati da alimenti non commestibili per l’uomo in un’ottica di economica circolare.

Le azioni da realizzare a livello federativo e a livello nazionale per contribuire alla transizione green sono contenute in cinque ambizioni:

Cambiamento climatico

Alimentazione di precisione, tecnologie per la produzione dei mangimi e formulazione dei mangimi. Ottimizzare questi strumenti, rendere la nutrizione animale più efficiente, significa anche fornire un contributo decisivo alla riduzione delle emissioni di gas serra e di altre sostanze concentrate nel letame. L’Ue ha l’ambizione di raggiungere la neutralità climatica nel 2050, è l’obiettivo del Green Deal. Il supporto delle scienze nutrizionali e della tecnologia per la produzione di mangimi è quindi essenziale. La ricerca sta andando avanti e ha fornito risultati incoraggianti, ad esempio, sull’impiego di ingredienti con cui incrementare l’efficienza nutrizionale dei mangimi come probiotici, oli essenziali, acidi organici, alghe o alcuni minerali.

Su questo fronte l’impegno di Fefac e dei suoi membri è quello di facilitare l’adozione del Product Environmental Footprint Category Rules Feed, una metodologia per misurare in maniera comprensiva la performance ambientale dei mangimi riguardo sedici categorie, e del database del Global Feed Lifecycle Institute, con i dati relativi al ciclo di vita di alcuni ingredienti chiave dei mangimi. Assalzoo – si legge nella Carta – si è impegnata a presentare nel 2021 il primo Report ambientale sull’impronta dei mangimi di diverse specie animali e sulle soluzioni adottate dalle imprese per la sua riduzione.

Sostenibilità del sistema alimentare animale

Il Green Deal punta a ridurre gli eccessi di nutrienti e a potenziare l’economia circolare. Con la fornitura di diete adeguate la mangimistica può dare il suo contributo. Una dieta ottimale permette non solo di soddisfare le esigenze dell’animale ma anche di contenere al massimo la perdita di nutrienti, una situazione che ha delle conseguenze per l’ambiente. Basti pensare alla mancata digestione delle proteine che comporta l’emissione di ammoniaca nel letame. Il parametro chiave per misurare l’adeguatezza della nutrizione è il tasso di conversione dei mangimi. Ma oltre a questo ce ne sono altri come, ad esempio l’utilizzo di alimenti non commestibili per l’uomo. Nel primo report dopo l’adozione della Carta, nel 2021, Fefac si impegna a riferire su questo tasso e a misurare la quota di ingredienti non destinati al consumo umano per la produzione di mangimi, all’interno di un sistema di economia circolare che permette di recuperare e valorizzare co-prodotti che invece andrebbero persi. Da parte sua, Assalzoo, implementerà un sistema di raccolta dati per valutare l’uso di co-prodotti e alimenti per la formulazione di mangimi.

Approvvigionamento responsabile di materie prime

Il riferimento è soprattutto alla soia e al suo approvvigionamento da Paesi che la coltivano mettendo a rischio il patrimonio vegetale. Già dal 2006 Fefac è impegnata nella promozione di pratiche di coltivazione responsabile della soia. Nel 2015 ha messo a punto le Linee guida sull’Approvvigionamento della soia. È uno strumento con cui raggiungere un maggior livello di trasparenza del mercato agricolo e trasformare la fornitura della soia in senso responsabile, ovvero a deforestazione-zero. Nella sua Carta Fefac sottolinea comunque che la maggior parte della soia è già coltivata in questo modo, senza pregiudizi per le foreste. La quota di soia importata in Europa che invece ha un impatto negativo sull’ambiente è pari al 19%. In ogni caso la federazione dei mangimisti europei si impegna ad aggiornare e migliorare queste linee guida e raccogliere dai suoi associati i dati relativi alla quantità di soia utilizzata dall’industria dei mangimi prodotta in modo sostenibile.

Miglioramento del benessere animale

Anche l’impegno sul fronte della lotta all’antibiotico-resistenza è di lunga data. Fefac è membro della Piattaforma europea per un Uso responsabile dei medicinali negli animali e sostiene l’approccio One Health per il contrasto integrato e multidisciplinare all’abuso di questi farmaci. Insieme all’igiene e alla gestione corretta degli allevamenti, un’alimentazione adeguata è un altro dei prerequisiti che aiutano a contenere il bisogno di antibiotici. Animali allevati in buone condizioni hanno meno bisogno di antibiotici. Anche la ricerca sulla nutrizione sta dando il suo contributo con la messa a punto di alimenti funzionali, che supportino le funzioni fisiologiche degli animali e quindi li aiutino a combattere i patogeni.

La federazione continuerà a stimolare l’adozione delle Buone pratiche di igiene nella catena di produzione dei mangimi e di mantenere il suo ruolo di guida nella prospettiva di aiutare gli operatori a definire un piano di biosicurezza. Assalzoo si è recentemente pronunciata a favore di un uso responsabile dei farmaci veterinari, supportando i suoi membri nello sviluppo di pratiche produttive corrette e per la gestione della contaminazione crociata. Fefac, in questo modo, vuole partecipare al raggiungimento dell’obiettivo che l’Ue ha fissato nella strategia Farm to Fork: dimezzare l’uso di antimicrobici nella zootecnia entro il 2030.

Favorire la resilienza della zootecnia e rafforzare il suo ambiente socio-economico

L’Unione europea si è data il compito di irrobustire il sistema agroalimentare, rendendolo più resiliente e competitivo. Le fragilità, ma anche la forza del settore sono emerse proprio nei mesi dell’emergenza CoVid-19. È stata garantita la sicurezza alimentare, con la fornitura continua di cibo, ma si sono resi ancora più evidenti i nervi scoperti del settore, ad esempio la dipendenza dall’estero per l’approvvigionamento di alcuni prodotti. Per la mangimistica – e il caso italiano è emblematico – il riferimento va alle materie prime ma anche alle vitamine e agli amminoacidi. Per irrobustire l’intero sistema agroalimentare europeo ecco che diventa necessario incrementare la produzione propria di queste sostanze. E Fefac non fa mancare il suo apporto. Sostiene ad esempio gli sforzi di chi cerca di rendere disponibili prodotti proteici alternativi come alghe e insetti. È inoltre al fianco della ricerca scientifica che offre nuovi strumenti, come le tecnologie genomiche di ultima generazione, con cui poter aiutare la filiera a contenere la dipendenza dall’estero di proteine vegetali. Con riferimento alle materie prime Fefac ricorda l’Accordo quadro Mais da granella di filiera italiana certificata promosso da Assalzoo per potenziare la produzione domestica di granturco.

L’impegno di Fefac va oltre e riguarda anche le iniziative per rendere l’ambiente di lavoro dell’industria mangimistica sempre più sicuro, stimolante e attrattivo. Nel 2019 la Commissione europea ha pubblicato le Migliori tecniche disponibili per l’industria alimentare, delle bevande e del latte che richiede ai produttori di mangimi che lavorano oltre 300 tonnellate di materie prime vegetali o 75 tonnellate di materie prime animali al giorno di adottare, entro dicembre 2023, una serie di pratiche  per controllare le emissioni di polveri e per l’efficienza energetica. Fefac contribuisce alla raccolta dei dati sulle emissioni e sull’identificazione delle tecniche e mette a disposizione la sua esperienza per le future revisioni. Inoltre è in campo nella difesa del settore, e di riflesso della zootecnia, da campagne di disinformazione e attacchi mediatici. La difesa prevede infine la promozione della mangimistica presso le università per offrire agli studenti l’opportunità di intraprendere una carriera accademica nel campo delle scienze della nutrizione animale. Assalzoo ha da tempo avviato un dialogo tra associazione, imprese e istruzione con il progetto WeFeed e il Premio Assalzoo riservato alle migliori tesi di dottorato e di laurea magistrale.

Foto: Pixabay