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Ogm, nel 2019 rilevata nessuna irregolarità nelle analisi sui prodotti importati

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Nel 2019 si è conclusa la programmazione del Piano nazionale di controllo sulla presenza di Ogm negli alimenti partita nel 2015. Nell’ultimo anno si è proceduto con 797 campioni, di cui 707 sul territorio nazionale e 90 all’importazione. Nel primo ambito sono state due le non conformità rilevate, nel secondo nessuna. Sono alcuni dei dati comunicati dal ministero della Salute che indicano un’attenzione costante all’attività di controllo. La presenza di Ogm autorizzati resta quindi molto limitata e a concentrazioni molto basse. 

Controlli sul territorio

Nel 2019 sono stati 707 i campioni di prodotti alimentari valutati per controllare la presenza di Ogm, più del numero minimo programmato di 628 campioni. La percentuale di quelli positivi è stata del 3,2%, con due campioni non conformi, indice dell’attenzione degli operatori del settore alimentare e dell’efficacia dei controlli ufficiali messi in atto. Questi sono stati eseguiti dalle Regioni e dalle Province autonome secondo le indicazioni fornite dal piano. Tuttavia – si sottolinea – resta disattesa per molte di loro l’indicazione di limitare i controlli sui prodotti finiti a vantaggio di quelli su materie prime e intermedi di lavorazione a cui deve essere riservato almeno il 60% dell’attività di campionamento. 

L’attività di campionamento si è concentrata su prodotti a base di mais, soia e riso. Il 50,3% (356 campioni) ha interessato granelle, creme e farine di mais, di riso e miste; il 13% (92 campioni) latte vegetale e prodotti a base di latte vegetale; il 9,5% (67 campioni) prodotti della pasticceria, panetteria e biscotteria; il 5,6% (40 campioni) pasta e noodles; il 4,2% (30 campioni) prodotti per lattanti e bambini e legumi e semi oleaginosi. Nel circuito convenzionale sono stati 594 i campioni, in quello biologico 113. Veneto, Toscana, Piemonte, Lombardia ed Emilia-Romagna hanno posto una maggior attenzione a quest’ultimo circuito. 

Su 707 campioni sono state 39 le positività riferite a 20 campioni, il 3,2%; di queste, tutte relative ad Ogm autorizzati nell’Unione europea, 21 sono al di sotto del limite di quantificazione. Le due non conformità hanno riguardato un campione di “granelle, creme e farine di mais, di riso e miste” (farina di mais fumetto) e un campione di “integratori alimentari” (barretta proteica). Per quest’ultimo la ditta ha ritirato il lotto interessato, per il primo è scattata la sanzione amministrativa.

Import

Sono stati effettuati 90 campionamenti (due in meno rispetto al 2018) e nessuno non regolamentare. Su questo fronte è importante il ruolo degli ex Usmaf, Uffici di Sanità marittima, aerea e di frontiera, ora Pcf, Posti di Controllo frontalieri, il primo presidio per la sicurezza alimentare nei confronti dei possibili rischi associati all’ingresso di alimenti di origine non animale provenienti da Paesi terzi. Le matrici maggiormente interessate sono state pasta e noodles (76,7%), granelle, creme e farine di mais, di riso e miste (10%), legumi e semi oleaginosi (8,9%), prodotti della pasticceria, della panetteria e della biscotteria 3,3%. Nel 2019 un solo campione di granelle, creme e farine di mais, di riso e miste è risultato positivo ma sotto del limite di quantificazione. 

Il ministero sottolinea comunque che l’attività di controllo dei Pcf deve essere rafforzata, non solo sulle partite di prodotti a base di riso provenienti dalla Cina ma anche su altre matrici. A conferma di ciò anche il fatto che nel sistema Rasff (il sistema di allerta rapido europeo per alimenti e mangimi) per il settore Ogm sono state riportate 19 notifiche totali, di cui dodici “Border rejection” soprattutto riferite a prodotti a base di riso geneticamente modificato proveniente dalla Cina.

Il supporto ai laboratori del Centro di Referenza 

Un contributo significativo all’attività di controllo è arrivato dal Centro di Referenza Nazionale per la ricerca di Ogm presso l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e della Toscana. Il centro ha fornito supporto tecnico-scientifico ai laboratori italiani del controllo ufficiale soprattutto se i campioni hanno avuto esito analitico di difficile interpretazione ma anche per integrare il percorso analitico con l’esecuzione di prove non disponibili nel laboratorio richiedente. Nel 2019 sono stati analizzati 40 campioni di alimenti, provenienti da altri laboratori, per un totale di 333 prove analitiche effettuate dal Centro di Referenza.

Foto: Pixabay