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Eco-schemi Pac, dall’agricoltura di precisione al benessere animale: le proposte della Commissione

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Una delle principali novità della nuova Pac post-2020 è l’introduzione degli eco-schemi, degli incentivi, tramite pagamenti diretti, a fronte dell’adozione di misure con cui ridurre l’impatto ambientale delle attività agricole. La Commissione europea, impegnata nei triloghi con Parlamento e Consiglio Ue per la messa a punto della politica agricola, ha pubblicato un elenco di potenziali pratiche agro-zootecniche che potranno rientrare negli eco-schemi. L’importanza di questi regimi ecologici è riconosciuta dalla Commissione in quanto rappresentano una sorta di anello di congiunzione tra Pac e Green Deal, l’ambizioso piano di politica ambientale dell’Unione europea. 

Mediante gli eco-schemi si vuole dunque supportare l’adozione di pratiche agricole sostenibili e di tutela dell’ambiente. Un riconoscimento per gli agricoltori con l’allocazione di fondi che premiano pratiche agricole oltremodo ambiziose. Grazie a queste la Pac contribuirà alla transizione sostenibile e al perseguimento degli obiettivi fissati dal Green Deal e dalle due strategie che lo completano: quella sulla biodiversità e quella Farm to Fork, per la sostenibilità del settore agroalimentare. Tra questi, la riduzione del 50% delle vendite di farmaci antimicrobici per allevamenti e acquacoltura o la riduzione del 20% dei fertilizzanti entro il 2030.

Misure per contrasto antibiotico resistenza

Saranno i Paesi membri a definire, nei loro piani strategici, quali eco-schemi adottare e quindi quali pratiche agricole finanziare. Dovranno però essere molto più ambiziose delle richieste e degli obblighi di base. Grazie a queste la Pac potrà favorire la transizione green che l’Unione europea ha in mente. Saranno uno strumento per la mitigazione del cambiamento climatico, per la protezione della biodiversità, per contrastare l’antibiotico-resistenza e per rafforzare il benessere animale. 

Tra gli esempi di pratiche agricole proposte dalla Commissione ce ne sono alcune che fanno riferimento a strumenti già previsti dalla legislazione Ue, come le pratiche di agricoltura biologica, ad esempio la conversione al bio, oppure la gestione integrata dei parassiti, ad esempio mediante il controllo meccanico delle infestanti o il maggiore impiego di varietà colturali resistenti ai parassiti.

Tra le altre altre pratiche messe insieme dalla Commissione Ue ce ne sono alcune riferite alla zootecnia, come l’analisi della qualità dei mangimi o la gestione degli allevamenti con l’aumento dello spazio a disposizione degli animali e la mitigazione del caldo. E, ancora, le pratiche per aumentare la fertilità, la longevità, l’adattabilità degli animali allevati; la promozione della salute e del benessere animale, con l’adozione di misure per ridurre il rischio di infezioni che richiedono l’uso di antibiotici, l’adozione di un piano di vaccinazioni, l’uso di additivi e il miglioramento delle condizioni di biosicurezza.

Nella lista proposta dalla Commissione non mancano, infine, i riferimenti all’agricoltura di precisione, con l’adozione di pratiche per uno sfruttamento più efficiente delle risorse, ad esempio l’acqua, oppure il contenimento di alcuni input, come i fertilizzanti, e quelle per ridurre le emissioni dalla fermentazione enterica e per gestire al meglio reflui e stallatico.

Foto: Pixabay