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Global Soil Partnership, la Fao in campo contro il degrado del suolo

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Proteggere, ripristinare e favorire un uso sostenibile dell’ecosistema terrestre. Al punto 15 degli obiettivi di sviluppo sostenibile si parla di tutela delle risorse naturali tra le quali il suolo riveste una posizione di primaria importanza. Ad esempio è alla base della produzione alimentare, di foraggi e carburanti. Entro il 2030 gli Stati sottoscrittori dell’Agenda 2030 si sono impegnati a “garantire la lotta alla desertificazione, il ripristino dei terreni degradati e del suolo, compresi i terreni colpiti da desertificazione, siccità e inondazioni”. Sul punto è impegnata anche la Fao che alla difesa del suolo dedica una Giornata mondiale il 5 dicembre.  

“Stop all’erosione del suolo, salviamo il nostro futuro” è lo slogan scelto per l’ultima edizione dell’iniziativa, con l’obiettivo di aumentare la consapevolezza sull’importanza di sostenere la salute degli ecosistemi e il benessere dell’uomo. Lo sforzo per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema è però costante ed è uno degli snodi nei quali si articola la Global Soil Partnership, il meccanismo per la promozione della gestione sostenibile del suolo lanciato nel 2012 dalla Fao.  

La comunità mondiale ha riconosciuto il valore della lotta a difesa del suolo in particolar modo nel 2015 con la celebrazione dell’Anno internazionale dei suoli. Le minacce per questa preziosa, limitata risorsa sono l’intensificazione dell’agricoltura, della silvicoltura, dei pascoli, la cementificazione. Invece il suolo deve poter mantenere la propria capacità produttiva in tutti i sensi. Per questo la Fao ha dato vita alla Global Soil Partnership, per garantire la disponibilità di terreni produttivi e assicurare cibo a una popolazione in crescita ma anche per supportare altri servizi essenziali, ferma restando la sovranità di ogni Stato sulle proprie risorse naturali.

Le azioni della Global Soil Partnership

Sono cinque i pilastri su cui poggia l’azione del meccanismo di difesa da attuare con l’intervento di  partnerships regionali:

1- Promuovere una gestione sostenibile delle risorse per la protezione, la conservazione la produttività sostenibile del suolo. Bisogna interrompere i processi che portano al degrado del suolo per assicurare alle generazioni future la produzione di cibo, la fornitura di acqua pulita, la riduzione della perdita di biodiversità. 

2- Incoraggiare investimenti, cooperazione tecnica, istruzione, politiche, consapevolezza e azioni per l’estensione del suolo. Nel mondo non c’è ancora piena coscienza dell’impoverimento delle condizioni del suolo. Dietro le pratiche di gestione del suolo non sostenibili, la generale mancanza di investimenti c’è questa lacuna ma anche una diffusa riluttanza politica ad adottare misure a breve e lungo termine per migliorare le condizioni del terreno.

3- Promuovere ricerca e sviluppo sul suolo identificando i gap da colmare, le priorità e le sinergie con le azioni a favore della produzione della difesa dell’ambiente e con la comunità. Dalla ricerca e sviluppo può arrivare un contributo decisivo alla crescita economica globale e allo sviluppo sociale.

4- Rafforzare la quantità e la qualità dei dati e delle informazioni sul suolo: la produzone, l’analisi, la validazione, la diffusione, il monitoraggio e l’integrazione di questi con altre discipline. I dati servono, ad esempio, a fornire un contesto globale a decisioni locali e a comprendere i processi con cui gestire questioni che riguardano le risorse naturali a cominciare dal cambiamento climatico

5- Armonizzazione di metodi, misurazioni e indicatori per la gestione sostenibile e la protezione delle risorse con l’obiettivo di sviluppare politiche e costruire sistemi di osservazione.

 

Foto: Pixabay

red