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Sicurezza alimentare europea, solo il 9% delle notifiche ha riguardato i mangimi

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Come negli anni precedenti solo una quota residuale del numero delle notifiche relative alla sicurezza alimentare europea ha riguardato i mangimi. Il valore è del 9% sebbene in leggero aumento rispetto al 2017. La maggior parte delle segnalazioni riguarda i microrganismi patogeni. Il dato arriva dalla Commissione europea che ha pubblicato l’ultima relazione sul Sistema di allarme rapido per gli alimenti e i mangimi.

Nel 2018 sono giunte dagli Stati membri alla Commissione 3699 notifiche di rischi per l’alimentazione umana o animale. Di queste 1118 sono state classificate come ‘allarmanti’ perché rappresentavano un grave rischio per la salute tali da richiedere un rapido intervento degli operatori di settore o delle autorità. Di queste, confermando la tendenza degli anni scorsi, le notificazioni per i mangimi sono state solo il 9%, con un aumento rispetto al 2017 di 74 notifiche e del 3% in valore relativo. Le notificazioni sono arrivate sia da Paesi membri che da Paesi non membri e una parte considerevole riguarda la presenza di microrganismi patogeni. In particolare le 144 notificazioni sono della presenza di Salmonella in diversi tipi di ingredienti per mangimi ma anche, in 22 casi, per cibo per animali domestici. Per i cani, relativamente ai materiali masticabili, questo è un serio rischio – si legge nel report – non tanto per l’animale quanto per un bambino che potrebbe esserne contaminato. 

Le 60 notifiche sulle micotossine, tranne in tre casi, hanno riguardato le aflatossine. Per i contaminanti microbici la maggior parte delle notificazioni erano sulla non conformità ai criteri di igiene per gli ingredienti dei mangimi. Infine per le questioni sulla composizione dei mangimi, la maggior parte delle segnalazioni faceva riferimento all’eccessivo contenuto di semi di ambrosia (10 casi). Si tratta di un serio rischio per le persone allergiche al suo polline che potrebbero essere esposte a questa sostanza. In tre casi è stato notificato un contenuto troppo elevato di zinco.

Alimenti

In generale le principali fonte di notificazione sono i controlli ufficiali sul mercato interno. Le notifiche possono arrivare a seguito di tre eventi: segnalazione da parte del consumatore, notifica propria dell’azienda o intossicazione alimentare. Una parte notevole delle notificazioni da Paesi membri riguarda la contaminazione da micorganismi patogeni nel cibo di origine animale, con un aumento del 19% sul 2017, con la salmonella quello più frequente. In aumento del 31% le notificazioni sugli allergeni (149), soprattutto latte, glutine e frutta secca; su del 36% le notificazioni di corpi estranei (136), in particolare plastica, metallo e vetro. Le aflatossine nella frutta a guscio e il mercurio nel pesce spada sono stati i fattori di rischio segnalati più spesso con i controlli eseguiti sugli alimenti alle frontiere e sul mercato dell’Ue. In testa le aflatossine da arachidi provenienti dall’Argentina, e quelle nelle nocciole, in pistacchi e fichi secchi dalla Turchia.

Sempre nel 2018 un numero significativo di notifiche ha riguardato un focolaio di tossinfezione di Listeria monocytogenes derivante da mais surgelato. Il sistema di allarme rapido è riuscito efficacemente a rintracciare i prodotti colpiti e rimuoverli dal mercato. Le segnalazioni relative ai materiali a contatto con gli alimenti sono state il 4% del totale.

Il sistema di allarme rapido per alimenti e mangimi è uno dei pilastri della legislazione europea in materia di sicurezza alimentare. È utilizzato per condividere prontamente informazioni tra Stati membri e autorità sovranazionali come la Commissione europea e l’Efsa, l’Autorità europea per la Sicurezza alimentare, ma anche con Paesi terzi come Svizzera, Irlanda, Norveglia e Liechtenstein. Nel 2019 ricorre il 40° anniversario dalla sua introduzione: “La tracciabilità degli alimenti e, se necessario, la rapida rimozione delle merci dal mercato costituiscono il nostro impegno nei confronti dei consumatori”, ricorda Vytenis Andriukaitis, commissario europeo per la Salute e la sicurezza alimentare. “L’intensificarsi dell’attività del sistema, emerso dalla relazione di quest’anno, conferma il rafforzamento della cooperazione tra gli operatori del settore alimentare e le autorità degli Stati membri: senz’altro un segnale positivo per i consumatori”, conclude il rappresentante della Commissione.

 

Foto: Pixabay

red.