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Mais, indagine Ismea su costi stoccaggio ed essiccazione: impianti sproporzionati rispetto a prodotto da lavorare

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Uno dei principali costi sopportati dalle aziende produttrici di mais da granella è rappresentato dallo stoccaggio e l’essiccazione della coltura. Ismea ha condotto un’indagine su questa voce di spesa all’interno di una più approfondita analisi sui costi di produzione del mais. Con i dati – spiega l’istituto di analisi del mercato agricolo e alimentare – si vuole anche colmare una lacuna in quanto gli operatori della filiera “non dispongono di un tariffario ufficiale per tali servizi”. Sono stati quindici i centri coinvolti nell’indagine, localizzati nelle cinque regioni in cui si concentra la produzione di mais (Veneto, Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna e Friuli-Venezia Giulia). L’anno preso come riferimento è il 2018. 

Se i costi per l’approvvigionamento, lo stoccaggio, le lavorazioni, il commercio e gli ammortamenti sono risultati piuttosto omogenei, con piccole variazioni di alcuni euro per tonnellata di mais lavorato, diversa è la situazione per i costi di essiccazione e per i costi generali che possono addirittura quadruplicare. La variabile, in questo caso, è l’organizzazione aziendale. Il costo medio per tonnellata, considerando tutte le possibili attività di gestione, è di 35,83 €/t. Tra i costi specifici del mais, la voce più onerosa è proprio quella dei costi di essiccazione (23% del totale).

Se si considerano le singole voci dei costi specifici del mais, ovvero ammortamenti, lavoro, costi energetici, costi generali, sul costo totale, sono questi ultimi a prevalere con il 38,5%. Dagli affitti alle manutenzioni, sono costi paragonabili ai costi fissi delle aziende agricole, indipendenti dalla quantità di merce lavorata. Segue il lavoro (29%), i costi energetici (16%), gli ammortamenti (13,6%) e i costi vari per il restante 2% circa.

Contratti di filiera utili anche per centri stoccaggio

L’organizzazione aziendale è un elemento centrale per la gestione economica dell’attività. In relazione a ciò Ismea ha individuato una criticità legata alla dimensione degli impianti e alle capacità lavorative che oggi, a fronte della contrazione della produzione di mais in Italia degli ultimi due decenni, non sembrano commisurate. La gestione degli impianti è dunque una voce che pesa notevolmente sui costi generali che vengono ripartiti su quantità di granella di mais molto inferiori rispetto a quelle lavorate quando gli impianti erano stati costruiti. A tal proposito Ismea ha avuto a disposizione da due dei quindici centri coinvolti i dati relativi al 2008 (anno in cui superfici coltivate e stock erano superiori). “Nonostante l’aumento dei costi nel 2008 per lavoro, energia, manutenzioni, materiali vari – conclude l’indagine – il costo complessivo per le lavorazioni del mais è risultato inferiore dal 38 al 43% rispetto ai costi sostenuti nel 2018”. 

Sempre a proposito dei costi di essiccazione nell’indagine sono emerse differenze tra quelli sopportati dalle aziende produttrici (le trenta incluse nell’analisi) e quelli dei centri di stoccaggio ed essiccazione. Per le prime la media dei costi per l’essiccazione e lo stoccaggio è pari a 225,36 €/ha; con una produzione media in granella secca pari a 11,84 t/ha, risulta un costo medio di 19,29 €/t. Per l’essiccatore/stoccatore: la tariffa richiesta all’azienda agricola è in media pari a 28,81 €/t. La differenza è evidente e dipende dai costi sopportati dall’essiccatore. Inoltre, la tariffa di essiccazione varia in funzione dell’umidità di consegna: più è alta, maggiore sarà il costo. Per l’essiccazione, ma anche per lo stoccaggio, la lavorazione e la commercializzazione, non esistono tariffe e ogni azienda stabilisce le proprie.

Le tariffe potrebbero variare se i volumi di prodotto da lavorare diventassero maggiori nei prossimi anni. Per questo – conclude Ismea – dalle iniziative per il rilancio del settore maidicolo italiano, a cominciare dai contratti di filiera nell’ambito dell’Accordo quadro per il Mais da granella di filiera italiana certificata, potrebbero avvantaggiarsi anche i centri di essiccazione e stoccaggio. L’obiettivo degli operatori del comparto è quello di aumentare l’approvvigionamento interno. Pertanto, avendo a disposizione maggiori volumi da lavorare, i centri potrebbero ridurre costi di produzione e tariffe.

Foto: Pixabay