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Antibiotici, Persak (Fefac): mangimi essenziali per la funzione immunitaria degli animali

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Non c’è un’unica soluzione efficace che possa rimpiazzare l’uso di antibiotici negli allevamenti. È necessario un approccio multisfaccettato in cui anche la nutrizione animale può giocare un ruolo ben preciso: con i giusti ingredienti e processi di produzione dei mangimi è possibile ottimizzare le difese degli animali contro gli agenti patogeni. Ma queste strategie che riguardano la produzione di mangimi hanno senso solo in allevamenti in cui l’igiene viene correttamente gestita. Questo è il punto centrale della questione relativa all’antibiotico-resistenza per Predrag Persak, presidente del Comitato di Nutrizione animale di Fefac, intervenuto nel corso dell’evento di Lisbona organizzato da Fefac e Iaca, l’Associazione portoghese delle industrie di alimenti per animali lo scorso ottobre.

I mangimi hanno un impatto rilevante sullo sviluppo e la funzionalità dell’apparato digerente, ma anche sulla formazione e sulla funzione del sistema immunitario e sulla composizione del microbioma intestinale. Una dieta “amica” dell’intestino prevede un apporto ridotto di proteine fermentabili nell’intestino caudale, adeguati livelli di fibre fermentabili, la presenza di elementi come proteine funzionali e peptidi e un contenuto trascurabile di fattori anti-nutrizionali. 

In particolare le fibre giocano un ruolo chiave nell’intera funzionalità gastrointestinale e dunque sul benessere dell’animale. Queste componenti possono interagire con la mucosa intestinale modulando la funzione immunitaria e hanno un effetto prebiotico sul microbioma. I mangimi possono infatti regolare la produzione di peptidi antimicrobici che ostacolano la crescita e l’adesione dei microrganismi patogeni. I fattori che invece alterano negativamente la composizione del microbioma sono le diete squilibrate, ad esempio con eccesso di proteine, le scarse condizioni di igiene e lo stress. Un microbioma poco differenziato è stato associato all’insorgenza di problemi intestinali. Questa caratteristica sembra essere invece benefica per un adeguato sviluppo nei giovani animali.

 

Foto: Pixabay

Vito Miraglia