Oltre all’uso prudente degli antibiotici, per limitare le conseguenze derivanti dall’antibiotico-resistenza è importante anche il contributo dato dagli altri farmaci utilizzati in ambito veterinario. Come ricorda Rui Gabriel, rappresentante della Portuguese Animal Health Industry che ha partecipato al workshop di Fefac e Iaca, l’Associazione portoghese delle industrie di alimenti per animali, dello scorso ottobre, la vaccinazione rappresenta un contributo essenziale per il benessere e la salute animale. I vaccini, assieme alla biosicurezza, all’appropriata gestione degli allevamenti, all’igiene, rientrano fra le misure con cui prevenire le patologie.
Negli anni sono stati sviluppati e approvati vaccini per moltissime patologie che colpiscono gli animali, si è potuta eradicare la rabbia in Europa e ridurre drasticamente le contaminazioni da salmonella nella carne bianca. La ricerca farmaceutica in ambito veterinario è impegnata sul fronte dell’immunologia, delle vaccinazioni soprattutto e, in misura minore, su quello degli antimicrobici per gli animali da compagnia e per quelli da allevamento.
Per far fronte alla resistenza agli antibiotici, uno dei tre maggiori problemi per la salute globale secondo l’Oms, è comunque indispensabile un uso prudente degli antibiotici, che restano dei presidi essenziali per il trattamento delle patologie. L’Ema raccomanda un “uso responsabile” degli antibiotici che rientrano nella categoria a basso o limitato rischio (ad esempio le penicilline); gli antibiotici a maggior rischio, come le cefalosporine di terza e quarta generazione, devono essere invece usati solo se non ci sono alternative disponibili; gli antibiotici non approvati per la medicina veterinaria, come i glicopeptidi e i lipopeptidi, devono essere usati eccezionalmente secondo le regolamentazioni nazionali e solo per gli animali da compagnia.
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Vito Miraglia