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Brexit, De Castro, non ci sarà uscita con “no deal”

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I termini dell’uscita del Regno Unito dall’Unione europea avranno inevitabilmente delle ricadute sul mercato europeo e sul settore agroalimentare. Lo scenario peggiore della Brexit, quello di un’uscita del Regno Unito senza intesa con l’Unione europea, appare al momento meno probabile dopo il voto della Camera dei Comuni che ha bocciato il no deal. Su un divorzio consensuale tra Londra e Bruxelles si è espresso anche Paolo De Castro, vicepresidente della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo: “La Brexit non si farà senza un accordo tra l’Ue e il Regno Unito. Per gli scambi commerciali nel settore agroalimentare, questo significa il mantenimento dello status quo”, aggiunge l’eurodeputato.     

Con le ultime votazioni la Camera bassa del Parlamento inglese ha raccolto il consenso sulla richiesta di una proroga del termine di uscita dall’Ue, dal 29 marzo al 30 giugno. Inoltre i deputati britannici hanno votato contro l’ipotesi di un secondo referendum. Il 21 marzo il Consiglio dell’Unione europea dovrà valutare la richiesta e decidere se concedere tale proroga.  

Sulla Brexit pesano dunque diverse incognite ma è fermo l’impegno delle istituzioni affinché da questa situazione non escano danneggiati gli agricoltori europei: “In ogni caso – conclude De Castro – noi faremo di tutto per continuare a tutelare al meglio il settore agroalimentare”. Anche se i contorni dell’impatto di Brexit sono difficili da delineare con nettezza, quello agroalimentare, come ha ricordato di recente Fefac, la Federazione dei produttori europei di mangimi, potrebbe subire i maggiori contraccolpi. Il rapporto commerciale con il Regno Unito è consolidato: l’export Oltremanica ha toccato i 41 miliardi di euro nel 2017 mentre le merci che da Londra hanno raggiunto il continente sono ammontate a 17 miliardi di euro. 

Lo scenario peggiore, rappresentato da un’uscita con no deal – aggiungono ancora gli esperti di Fefac – nel 2019 potrebbe comunque ripercuotersi sul commercio dei prodotti zootecnici e sulla domanda di mangimi.

 

Foto: Pixabay

red.