Uno strumento per guidare il confronto tra mondo imprenditoriale e istituzioni in difesa della sostenibilità ambientale. È la Carta per la sostenibilità e la competitività delle imprese nell’economia circolare. Il documento, sottoscritto da Confindustria e altre dieci organizzazioni, detta un piano d’azione per permettere alle aziende di rispondere al meglio alle sfide ambientali e cogliere le opportunità che derivano dalla digitalizzazione dei processi produttivi e di consumo.
La carta, presentata il 19 febbraio alla Camera dei Deputati, è il primo passo per avazare delle proposte condivise che si trasformino poi in impegni concreti all’interno di un modello di economia circolare. Il terreno su cui dialogare con i rappresentanti istituzionali si articola in dieci punti programmatici e linee di intervento:
– le organizzazioni imprenditoriali chiedono che vengano risolte le criticità di tipo normativo, autorizzativo e di controllo che scoraggiano l’adozione di operazioni di riciclo e di recupero inducendo le aziende a gestire i residui di produzioni come rifiuti e non, ad esempio, come sottoprodotti;
– ulteriori ostacoli alle iniziative di economia circolare derivano dagli adempimenti amministrativi e dalla burocrazia che va ridotta “non nell’ottica di una deregulation ambientale”;
– gli investimenti per la sostenibilità devono essere incentivati rendendo più efficienti gli impianti di riciclo/recupero già esistenti, riducendo al massimo la presenza delle discariche e valutando l’opportunità di costruire nuovi impianti;
– la realizzazione di un’economia circolare prevede la transizione dei processi produttivi, pertanto è necessaria una strategia pluriennale che la sostenga;
– anche la ricerca e l’innovazione devono essere sostenute affinché tutte le aziende, dalle grandi alle medio-piccole, abbiano a disposizione tecnologie per la gestione dei rifiuti in un’ottica di riduzione dell’impatto ambientale;
– bisogna favorire lo scambio dei beni prodotti secondo i principi dell’economia circolare;
– incoraggiare le politiche di sostenibilità ambientale come il percorso del Green Public Procurement, l’approccio per cui le pubbliche amministrazioni tengono conto dei criteri ambientali nei processi di acquisto; particolare attenzione va riservata ai Criteri Ambientali Minimi che necessitano di revisione;
– la cultura della sostenibilità dev’essere diffusa al massimo, ad esempio con una efficace comunicazione, con la collaborazione di scuole e università, con la formazione in azienda;
– le aziende devono poter fare investimenti anche a medio-lungo termine potendo fare affidamento su contesti di maggiore certezza, su un accesso al credito agevolato e su incentivi per investimenti sostenibili. Per questo è importante consolidare la partnership pubblico-privati;
– anche le parti sociali devono essere coinvolte sui temi ambientali per conciliare interesse generale, opportunità economiche e occupazionali.
Oltre a Confindustria la Carta per la sostenibilità è stata sottoscritta da Confapi, Legacoop, Confcoperative, Confagricoltura, Confesercenti, Confcommercio, Casartigiani, Cna, Confartigianato e Confederazione libere associazioni artigiane italiane.
Foto: © FedeCandoniPhoto – Fotolia
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