Nel 2017 la Spagna è diventata il primo esportatore di carne suina e il quarto esportatore di frattaglie in Cina: in totale ha venduto nel paese asiatico 373 mila tonnellate di prodotti, per un valore di 574 milioni di euro. E non intende fermarsi qui. Mentre in Italia si continua a discutere, la Spagna ha ampliato la serie di prodotti a base di carni suine e salumi che possono essere esportati in Cina, tramite il protocollo sanitario tra Cina e Spagna firmato lo scorso 28 novembre in occasione della visita a Madrid del presidente della Repubblica popolare cinese, Xi Jinping.
Il nuovo protocollo consentirà alla Spagna di esportare in Cina anche la carne fresca e i prodotti stagionati come il jamón, la paleta, il lomo, la salsiccia e il chorizo. Finora, aveva potuto vendere nel paese asiatico soltanto il prosciutto disossato. Il nuovo protocollo autorizza l’esportazione di prodotti caratterizzati da un alto valore aggiunto, come il prosciutto con osso e altri prodotti stagionati, fornendo all’industria zootecnica spagnola la possibilità di accedere al più grande mercato del mondo con condizioni molto vantaggiose. Inoltre, l’accordo consentirà di vendere le carni fresche refrigerate e consentirà al paese iberico di accedere a una nuova nicchia di mercato, con prodotti di alta qualità e maggiormente differenziati.
Come evidenzia il sito del Ministero dell’Agricoltura spagnolo, la Cina rappresenta il più grande mercato per i prodotti a base di carne suina. Consuma, infatti, circa il 50% di tutta la carne di maiale prodotta al mondo. La carne suina costituisce i due terzi del consumo totale di carne nella dieta dei consumatori cinesi. Pertanto, nonostante la Cina sia il principale produttore mondiale, rappresenta anche il maggiore importatore.
Per quanto riguarda l’Italia, se desidera accedere al mercato cinese dovrà darsi molto da fare. Come riporta l’ultimo rapporto pubblicato da Ismea (Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare) “Suini: tendenze del settore”, la Cina non rientra tra i cinque principali mercati di sbocco dei prodotti suinicoli italiani. Per la categoria di prodotto “prosciutti disossati, speck e culatelli”, i maggiori acquirenti sono Francia e Germania, che insieme assorbono circa il 40% delle esportazioni italiane (in valore), seguiti da Regno Unito, Belgio e Austria. Mentre per la categoria “salsicce e salumi stagionati”, la Germania si conferma il primo paese di destinazione, seguito da Regno Unito, Francia, Belgio (verso cui le esportazioni di questa tipologia di prodotti trasformati è cresciuta del15,4% in valore e del 13,5% in volume) e Austria.
Foto: © caspernhdk – Fotolia
redazione