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Efsa, la situazione della peste suina

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Il rilevamento precoce, la rimozione rapida delle carcasse degli animali morti a causa della malattia e la caccia intensiva nelle zone colpite dall’infezione potrebbero favorire l’eradicazione della peste suina africana (Psa). È quanto emerge dal rapporto “Epidemiological analyses of African swine fever in the European Union (November 2017 until November 2018)”, l’ultimo aggiornamento sulla situazione epidemiologica della peste suina africana in Europa pubblicato dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa).

Nella relazione gli esperti dell’Efsa hanno valutato l’efficacia delle diverse misure da intraprendere nel caso in cui si riscontri la Psa in zone precedentemente indenni e lontane da aree già colpite dalla malattia. Applicando una simulazione, sono arrivati alla conclusione che il rilevamento precoce e l’applicazione di misure come la rimozione rapida delle carcasse e la caccia intensiva all’interno delle zone di caccia indicate allo scopo aumenterebbero le probabilità di eliminare la peste suina africana.

L’indagine ha anche permesso d’individuare picchi stagionali nel numero di animali risultati positivi ai test e trovati morti: estate e inverno per cinghiali selvatici, estate per i suini domestici. Nel documento gli esperti dell’Efsa sottolineano anche la necessità di attuare ulteriori indagini per capire le cause dell’ingresso della Psa negli allevamenti di suini e comprendere come prevenirlo. Infine, il rapporto raccomanda l’adozione di opzioni di controllo adeguate per i diversi scenari, come all’interno delle aree indenni vicine o lontane alle zone colpite, oppure nelle aree in cui la malattia è presente da oltre un anno.

Foto: Pixabay

redazione