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Brasile, nel 2017 superati i 50 milioni di ettari coltivati con Ogm

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Il Brasile, il secondo Paese al mondo per numero di ettari coltivati con colture biotech dopo gli Usa, festeggia vent’anni dall’introduzione degli Ogm in agricoltura. I benefici derivati sono stati ingenti per l’economia locale. Nell’arco di questi anni, ad esempio, il profitto per ettaro coltivato a soia geneticamente modificato è stato maggiore del 26% rispetto alla varietà convenzionale mentre per il mais il differenziale di performance ha raggiunto il 64% in estate e il 152% in inverno. A ricordarlo sono Agroconsult e Council for Information on Biotechnology nel report “20 Years of GMOs in Brazil: Environmental, Economic, and Social Impacts”. Dal 1998 sono aumentati anche il rendimento e la produttività delle colture gm e inoltre c’è stata una riduzione dell’utilizzo di pesticidi e delle perdite dei raccolti dovute all’azione di parassiti.

Solo dal 2003 al 2016, ricorda l’Isaaa, International Service for the Acquisition of Agri-biotech Applications, nel suo dossier dedicato al 2017, i guadagni stimati sono stati di 19,8 miliardi di dollari a vantaggio di 300 mila coltivatori. Il Brasile è oggi uno dei principali esportatori di mais, soprattutto verso l’Asia, e di soia, verso Cina e Unione europea in particolare.

Nel 2017 gli ettari destinati agli Ogm sono stati 50,2 milioni rispetto ai 49,1 milioni di ettari del 2016 con un incremento del 2%. La soia biotech, con 33,7 milioni di ettari, è la prima coltura. L’alta profittabilità e la forte domanda sia sul mercato domestico che internazionale spiegano questi numeri. Anche le previsioni per il futuro sono rosee, riferisce Isaaa. L’area coltivata a soia è destinata ad aumentare grazie alla domanda interna per la produzione di biodiesel e per le richieste dell’industria mangimistica visto il crescente consumo di proteine animali nel mondo.

L’espansione delle aree coltivate a soia ha determinato una leggera riduzione degli ettari destinati al mais Ogm pari a 15,6 milioni nel 2017. Tuttavia le aree con mais biotech potranno espandersi grazie alla continua espansione delle aree destinate alla soia dove il mais rappresenta la seconda coltura. C’è comunque bisogno di mais per fornire mangimi agli allevamenti bovini, suini e avicoli in crescita, tanto per il mercato interno quanto per l’export.

 

Foto: Pixabay

Vito Miraglia