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Ogm, Ministero della Salute: nessuna criticità sugli alimenti prodotti in Italia

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Nessuna “non conformità” rispetto alla normativa sugli Ogm dei prodotti alimentari del mercato italiano e soli tre casi in quelli importati. Il ministero della Salute ha pubblicato i risultati relativi ai controlli sulla presenza di organismi geneticamente negli alimenti: in Italia – sottolinea il ministero – la presenza di Ogm, autorizzati e non, continua a essere molto bassa, a concentrazioni inferiori al limite di quantificazione.

Le attività di controllo relative al 2017 rientrano nel Piano Nazionale Ogm 2015-2018. È dal 2006 che il ministero, in collaborazione con il Centro di referenza nazionale per la ricerca degli Ogm e l’Istituto superiore di Sanità, predispone un piano di controllo ufficiale sulla presenza di organismi geneticamente modificati negli alimenti. Si tratta di uno strumento con cui queste attività vengono programmate, coordinate e articolate a livello regionale e nelle province autonome.

Sul mercato italiano sono stati individuati 671 campioni, di cui 111 nel circuito biologico. Tra i prodotti analizzati granelle, creme e farine di mais, di riso e miste, latte vegetale e prodotti a base di latte vegetale, pasta, snacks, dessert, prodotti per lattanti e bambini, legumi e semi oleaginosi, preparazioni gastronomiche e integratori alimentari. La percentuale di campioni positivi è stata del 4%, senza riscontro di non conformità, a conferma della consapevolezza maturata fra gli operatori dell’intera filiera e dell’efficacia dei controlli attuati. Si è visto dunque che i requisiti d’etichettatura vengono rispettati a beneficio del consumatore che è adeguatamente informato.

Secondo il regolamento europeo n. 1829/2003, gli alimenti geneticamente modificati possono essere immessi sul mercato solo se autorizzati dalla Commissione europea. Inoltre gli alimenti gm devono riportare in etichetta la dicitura relativa alla presenza di Ogm a meno che gli Ogm autorizzati siano inferiori allo 0,9% degli ingredienti alimentari, purché tale presenza sia accidentale o tecnicamente inevitabile. Gli obblighi di tracciabilità sono invece stabiliti dal regolamento europeo n. 1830/2003. In Italia resta il divieto di coltivazione.

Riguardo l’import i campioni analizzati sono stati 111, prevalentemente pasta e noodles, granelle, creme e farine di mais, di riso e miste, integratori alimentari e prodotti della pasticceria. Tre campioni sono risultati non conformi per la presenza di riso gm non autorizzato in prodotti provenienti dalla Cina.

Foto: © Alex011973 – Fotolia.com

Vito Miraglia