Il settore agroalimentare può contribuire a fermare l’antibiotico-resistenza. Lo afferma l’Organizzazione per l’alimentazione e l’agricoltura delle Nazioni Unite (Fao) in occasione della “Settimana mondiale sull’uso consapevole degli antibiotici” (World antibiotic awareness week), in programma quest’anno dal 12 al 18 novembre, che si prefigge di far conoscere gli effetti di questo fenomeno e incoraggiare l’uso responsabile degli antibiotici, in modo da evitare l’ulteriore diffusione della resistenza agli antimicrobici.
Secondo la Fao, per riuscire a contrastare l’antibiotico-resistenza il comparto agroalimentare deve impegnarsi a superare cinque sfide principali.
1. Innanzitutto, adottare pratiche agricole più sostenibili che privilegino la prevenzione delle infezioni, in modo da ridurre la necessità di ricorrere all’uso degli antimicrobici. Occorre anche aumentare la consapevolezza del problema e migliorare l’accesso alle risorse necessarie per evitare l’uso improprio degli antimicrobici nel settore alimentare e agricolo, e per promuoverne un impiego responsabile nei casi in cui risulti necessario.
2. Affrontare il problema della mancanza, in molti paesi, di norme e di sistemi di controllo volti a garantire l’uso responsabile degli antimicrobici nella produzione animale e agricola. La Fao evidenzia che si tratta di un problema rilevante, perché l’uso di antimicrobici di scarsa qualità e contraffatti, oppure di prodotti non adatti per trattare particolari infezioni può accelerare lo sviluppo della resistenza tra i batteri. La mancanza dell’obbligo di prescrizione potrebbe permettere a persone non esperte di utilizzare gli antibiotici quando non è necessario. L’Organizzazione ricorda che per mantenere il bestiame in salute occorre sempre rivolgersi a professionisti qualificati.
3. I microrganismi che hanno sviluppato la resistenza agli antibiotici (chiamati “super batteri”) e i residui degli antimicrobici possono trovarsi nei rifiuti della produzione agricola, della produzione farmaceutica e nei liquami umani. Pertanto, il trattamento inadeguato e lo smaltimento improprio dei rifiuti possono diffondere i residui degli antimicrobici e i super batteri nell’ambiente, in particolare nei terreni e nei corsi d’acqua.
4. Esistono notevoli lacune nella conoscenza dell’entità dell’antimicrobico-resistenza in molte parti del mondo. Pertanto, la Fao spiega che per sviluppare strategie di controllo efficaci occorre investire maggiormente nella sorveglianza e nella ricerca, anche per verificare i progressi compiuti nella lotta contro la resistenza agli antibiotici.
5. Da soli, i cambiamenti nell’uso degli antimicrobici nel settore agricolo non sono sufficienti per combattere l’antimicrobico-resistenza: la Fao sottolinea che in questa lotta tutti i settori devono svolgere un ruolo, e ciò include anche l’adozione di cambiamenti nell’ambito della salute umana.
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