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Peste suina, il piano del Ministero

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Per prevenire la diffusione della peste suina africana (Psa) in Italia, il Ministero della Salute ha presentato un piano d’intervento, che ha presentato alle Associazioni di categoria della filiera suinicola. La malattia, che risulta letale per suini e cinghiali ma innocua per la salute degli esseri umani, si è recentemente propagata nell’Europa occidentale, con tre focolai confermati tra i cinghiali selvatici del sud del Belgio.

Il piano messo a punto dal Ministero della Salute prevede:
– l’adozione di una campagna informativa per promuovere la consapevolezza degli operatori;
– la pianificazione di un incremento della sorveglianza attiva e passiva sui cinghiali selvatici;
– il rafforzamento della biosicurezza nelle aziende suine;
– maggiori controlli sulle carni e sui suini vivi provenienti dalle aree a rischio;
– l’adozione di misure preventive di diradamento dei cinghiali selvatici.

Nel corso dell’incontro tenutosi con le Associazioni di categoria della filiera suinicola, i rappresentanti del Ministero hanno illustrato lo stato dell’arte e le azioni preventive pianificate dalla Direzione generale della sanità animale e dei farmaci veterinari, per rassicurare sulla prontezza di reazione del sistema italiano nel caso in cui il virus della Psa (per il quale non esiste vaccino) raggiunga l’Italia continentale. Inoltre, gli esperti del Centro di Referenza Nazionale per le malattie da Pestivirus e da Asfivirus hanno presentato un quadro epidemiologico della malattia, dalla sua scoperta in Angola nel 1921 e della sua successiva diffusione attraverso il Caucaso, fino ad arrivare all’infezione che colpisce attualmente l’area compresa tra l’Est Europa e l’Estremo Oriente.

Durante l’incontro è stata formulata l’ipotesi che la malattia sia giunta in Belgio dalle aree infette dell’Est Europa, veicolata da un mezzo di trasporto che avrebbe trasmesso il virus ai cinghiali. È stata quindi sottolineata la necessità di adottare campagne informative mirate che mettano in guardia soprattutto trasportatori, allevatori, agricoltori e cacciatori, ma anche semplici consumatori, da comportamenti rischiosi che possano veicolare il contagio. La proposta è stata accolta con favore dai rappresentati delle Associazioni di categoria presenti all’incontro, che si sono dimostrati pronti a collaborare per raggiungere l’obiettivo comune.

È stato anche evidenziata l’esigenza di rafforzare le misure di biosicurezza negli allevamenti e i piani di contenimento dei cinghiali selvatici, che possono essere efficaci solo in via preventiva. Infine, il Ministero ha ricordato di aver svolto recentemente la simulazione di gestione di una situazione di crisi, e si è reso disponibile a ripetere il test nell’immediato.

Foto: © Kadmy – Fotolia.com

red.