La campagna di commercializzazione 2018/19 del frumento, che si è aperta a luglio, registra un lieve aumento delle quotazioni del cereale: i prezzi del frumento duro sono saliti del 3,3%, fino a raggiungere i 201,45 euro/t, mentre quelli del frumento tenero dell’1,3%, fino a toccare i 184,21 euro/t. È quanto emerge dal rapporto “Tendenze frumento” pubblicato da Ismea (Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare), secondo cui il confronto con i listini di luglio 2017 mostra, tuttavia, che le quotazioni del frumento duro sono più basse dell’8,6%, mentre quelle del frumento tenero sono sostanzialmente stabili (registrano un calo dello 0,4%).
Produzione nazionale – Secondo i dati diffusi dall’Istat lo scorso febbraio, nel 2018 le superfici destinate alla semina del frumento duro dovrebbero diminuire dell’1,8%, mentre quelle coltivate con il frumento tenero dovrebbero aumentare del 4,5%. Secondo le rilevazioni fatte da Ismea, il calo delle superfici destinate al frumento duro potrebbe essere limitato a livello nazionale, dato che solo in Sicilia è stata segnalata una flessione di circa il 5% degli investimenti, mentre le superfici delle altre principali regioni di riferimento per la coltura dovrebbero restare sostanzialmente stabili. Per quanto riguarda il frumento tenero, si stima un incremento medio nazionale delle superfici pari al 2%, con aumenti in tutti i maggiori areali produttivi del Nord Italia.
Rendimento – A causa del caldo anomalo primaverile durante le fasi di fioritura e delle intense piogge di luglio che hanno ritardato le operazioni di trebbiatura, si stima che le rese a ettaro saranno più basse dello scorso anno. Questo vale soprattutto per il frumento tenero, per il quale in alcuni areali del Centro Nord sono stati segnalati cali dei rendimenti pari persino al 20%. L’Ismea sottolinea inoltre che il raccolto 2018 dovrebbe essere caratterizzato da un peso ettolitrico e da un contenuto proteico poco soddisfacente. Nel caso del frumento duro, la granella potrebbe registrare fenomeni di slavatura che, insieme al basso peso ettolitrico, potrebbero incidere negativamente in termini di resa in semola.
Bilancia commerciale – Nel periodo compreso tra gennaio e aprile 2018 il disavanzo commerciale in valore del frumento tenero è peggiorato rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Colpa dell’aumento dei prezzi medi all’import e soprattutto delle quantità richieste all’estero. Nei primi quattro mesi del 2018 la bilancia commerciale del frumento duro ha evidenziato un significativo miglioramento tendenziale del deficit in valore, grazie alla consistente riduzione di volumi in ingresso, cui è corrisposto anche il calo dei valori medi all’import. Il calo dell’import è dovuto principalmente al calo delle importazioni dal Canada, che si sono quasi azzerate – sono stati importati esigui volumi solo a gennaio e marzo. Questa dinamica è stata causata dalle preoccupazioni generate tra gli operatori della filiera per l’utilizzo del glifosate per la coltivazione della granella canadese.
Offerta mondiale – Secondo le previsioni dell’International Grains Council (Igc), l’offerta mondiale di frumento nel 2018 dovrebbe diminuire di circa il 5%, scendendo a 721 milioni di tonnellate. A livello territoriale, il calo produttivo dovrebbe risultare più consistente in Russia, Ucraina, Kazakistan e anche nell’Unione Europea. Dovrebbero invece aumentare i raccolti del Nord America e dell’Australia. Nello specifico, si stima una contrazione del 5,3% dei raccolti di frumento tenero e un aumento del 3% d quelli del frumento duro.
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